FUTURA, FOCUS SU FALLACI E MONTANELLI PASSANDO PER BERGONZONI E IL SOLE

image225Dopo l’anteprima con l’apertura delle due mostre “Arte e Cibo” e “Visioni da un futuro passato”, Futura Festival ha esordito ufficialmente venerdì 25 luglio con una ricca giornata densa di incontri tra scienza giornalismo e linguaggio che hanno richiamato a Civitanova Alta tantissimo pubblico: Eugenio Coccia e Roberto Casati tra astronomia e filosofia, Alessandro Bergonzoni, grandissimo, che ha illuminato con il suo linguaggio funambolico la gremitissima piazza di Civitanova Alta, Paolo di Paolo e Cristina De Stefano autori-narratori dialoganti di due libri, “Tutte le speranze – Montanelli raccontato da chi non c’era” e “Oriana una donna”, entrambi per Rizzoli editore, dedicati a due personalità enormi della cultura italiana Indro Montanelli e Oriana Fallaci su cui concentriamo il primo focus del Festival.
Tanti i punti di contatto tra i due malgrado i venti anni di distanza anagrafica: toscani entrambi, entrambi molto discussi. Una vita da nomadi in giro per il mondo a intervistare grandi personaggi di cui volevano cogliere l’essenza, ponendo attenzione anche ai dettagli, raccontando con rielaborazione narrativa voce, ritmo, volto. Da l’Ayatollah Khomeini che la Fallaci definisce “un fanatico intelligente” e di fronte al quale arrischia persino di togliersi il velo a Gheddafi di cui aveva colto la straordinaria e sanguinaria pazzia. Mentre Montanelli restituisce un Giovanni XXIII sinteticamente come “il Papa da 500” e si sofferma sui calzini verdi di Luigi Einaudi e sulle galline in salotto di Soffici.
Non erano “ladri di parole”, procedevano con molto scrupolo, preparando meticolosamente gli incontri, registrando, ma la loro era una prospettiva da scrittori e riconsegnavano ai lettori un affresco narrativo sempre pieno di verità.
Si incontrano la prima volta negli anni ’50, lei aveva appena vent’anni. Negli anni ’70 decidono di scrivere un libro insieme, avviano un carteggio che avrà vita breve. Lei scrive lunghe lettere, lui è decisamente più sintetico. Si confrontano su un tema scottante come il fascismo e le loro diverse opinioni li porterà alla rottura netta e definitiva.
Due caratteri difficili, due corazze a coprire una vulnerabilità profondamente umana.
Montanelli muore nel luglio del 2001. Molti si sono chiesti cosa avrebbe scritto sull’11 settembre. Qualche giorno prima si scrive il necrologio: “Giunto al termine della sua lunga e tormentata esistenza, Indro Montanelli, giornalista, prende congedo dai suoi lettori ringraziandoli dell’affetto e della fedeltà con cui lo hanno seguito”.
La Fallaci interromperà il suo decennale silenzio proprio in occasione dell’11 settembre scrivendo uno dei suoi più discussi articoli “La rabbia e l’orgoglio” che provocò uno choc tra i suoi lettori affezionati, lei, fragile, romantica, assoluta.
Due scrittori, entrambi hanno dichiarato “Io al giornalismo devo tutto”.

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