“Gli elettori non sono stati orientati, c’é stato un voto di protesta ma senza alternativa. Dunque elezioni da fine dell’impero che porteranno i mercati finanziari a gestire l’Italia, e che dio ce la mandi buona”. Due i ‘colpevoli’, secondo mons. Vinicio Albanesi, per come sono andate le elezioni in Italia. “La Chiesa non ha fatto la sua parte”, spiega il sacerdote, prete di strada e fondatore della comunità di Capodarco. “I vescovi sono rimasti al palo ondeggiando tra Monti e il Pdl,- aggiunge Albanesi – mentre avrebbero dovuto spingere almeno sui principi generali, quelli etici. Invece non c’e più neppure la questione cattolica, il concetto di bene comune”. “Anche oggi il cardinal Bagnasco – aggiunge Albanesi – sul voto ha detto e non detto, come uno spettatore esterrefatto”. La seconda causa del ‘voto da fine impero’, secondo Albanesi, “é la mancanza di coscienza civica. Non si è stati capaci di valutare il dramma alto in cui viviamo. Dunque il problema vero non sono i vari Grillo o Berlusconi ma gli italiani”. “Anche i tantissimi che hanno votato per Grillo lo hanno fatto alla disperata, per un progetto contro non verso. Un po’ come il monocolo in terra caecorum”. “A questo punto – conclude il sacerdote – lo scettro resta al presidente Napolitano che, con un occhio all’Unione Europea, dovrà cercare soluzioni tampone ma che non daranno respiro al Paese”.