Nonostante la mattinata promettesse pioggia sono stati numerosi i partecipanti alla Giornata della cura, che si è svolta anche a Civitanova Marche, come in altre 187 città italiane, sabato 1 marzo.
“Non ci salveranno le armi, ma le nostre premure verso gli altri e il pianeta” queste le parole che hanno accomunato diverse associazioni e singoli cittadini a darsi appuntamento sul Lungomare Centro per esprimere un gesto simbolico ma concreto, quello di “prendersi cura” di un pezzo di spiaggia.
In poco meno di un’ora sono stati raccolti più di quaranta chili di rifiuti, che rischiavano di finire in mare e pregiudicarne il già precario equilibrio.
L’iniziativa è stata promossa dalla Rete “Civitanova per la pace” (’ANPI, CGIL/SPI/Auser, Emergency, Saturday for Palestine, Donne di Mondo, Sted, Mondo Solidale, GAS Gaia e Gruppi Scout) e da 2Hands di Macerata, che da anni si occupa di cleanup ambientale. Hanno partecipato anche Amnesty International, Come Ginestre e il Centro interculturale italoperuviano di Civitanova Marche.
E’ stata anche una occasione per riflettere sull’importanza della cura in tutte le sue forme: di noi stessi, degli altri, delle nostre città e dell’ambiente. Una occasione per ogni organizzazione di esprimere la propria identità e pensiero, di far conoscere le proprie attività.
Qualcuno ha sottolineato come il “Prendersi cura” significhi costruire una società giusta ed equa, combattere le disuguaglianze e le discriminazioni, contrastare la “cultura dello scarto” Ogni gesto conta. E’ importante farsi promotori di una cultura della cura, oggi e ogni giorno perché insieme si può costruire un cambiamento vero.
La parola “Cura” può essere coniugata in vario modo. Con il “Prendersi Cura” si sottolinea il farsi carico, l’assunzione di responsabilità, il sentirsi utile e a volte indispensabile per qualcuno e qualcos’altro. Ma si può coniugare anche con “Avere Cura”, possedere il potere del far stare meglio l’Altro, arricchirsi di bene.
E’ stato anche sottolineato come nel pensiero patriarcale il ruolo della donna è stato relegato alla cura familiare e come sia necessario lavorare per riconoscere il diritto alla scelta e rivendicare un cambiamento nel modo di essere nel mondo”.
Questo l’invito che viene lanciato dalla giornata: In un tempo segnato da indifferenza e disuguaglianze, riscopriamo la bellezza del prendersi cura, perché la cura è resistenza, speranza e futuro. E tu di chi ti prendi cura?