La famiglia Rom romena dei Ciuraru, che si era rifugiata a Civitanova Marche nel 2012 per sfuggire una grave situazione di emarginazione e intolleranza a Pesaro, è stata nuovamente oggetto di episodi di odio etnico, che l’hanno costretta ad abbandonare la città marchigiana in piena notte, assistita dal Gruppo EveryOne in un’azione difficile, anche perché il capofamiglia e sua moglie sono portatori di gravi patologie. Fanno inoltre parte del gruppo una giovane donna, già vittima di episodi di ostilità in passato, una ragazza incinta al quarto mese e il 23enne Ionut, generoso attivista di etnia Rom, attivo collaboratore del Gruppo EveryOne in tante campagne umanitarie, testimone presso il Consiglio d’Europa, la Commissione europea e il Parlamento dell’Ue riguardo alla persecuzione dei Rom in Italia. La famiglia Ciuraru ha cercato di svolgere attività lavorative per sostenersi a Civitanova Marche, anche le più umili, al porto, per i pescatori locali. Dopo aver visto fallire ogni tentativo, circondata da un clima di sospetto e intolleranza, è ricorsa all’estrema attività di sopravvivenza: quell’attività umiliante ed estrema che nella lingua dei Rom si chiama “manghel”, la questua. L’associazione umanitaria Cittadinanza Attiva di Civitanova ha sostenuto come ha potuto i Ciuraru, affiancata anche dal centro sociale Jolly Roger. Nel frattempo la famiglia, dopo aver dormito in stazione, è stata ospitata per una settimana a casa del sindaco Tommaso Corvatta: un gesto solidale da parte del primo cittadino che ha sollevato un vespaio di polemiche. “Il primo cittadino ha compiuto un gesto di tolleranza e solidarietà che dovrebbe essere la norma in una società civile,” commenta Roberto Malini, portavoce di EveryOne, “e che tuttavia è divenuto oggetto di pesanti critiche da parte dell’opposizione e di decine di cittadini, che hanno diffuso nella sezione ‘commenti’ dei quotidiani che si sono occupati del caso proclami improntati al rifiuto, al pregiudizio e all’odio razziale. Da parte nostra, abbiamo seguito momento per momento le vicissitudini della famiglia, preoccupati per l’atmosfera carica di risentimento e avversità che la circondava. Un clima che ha spaventato anche i pochi cittadini che desideravano aiutare il nucleo familiare, tanto che l’elemosina fruttava solo pochi spiccioli ai Ciuraru. Il giovane Ionut si è recato a Torino, per dedicarsi alla raccolta del ferro e provvedere così ai suoi familiari, ma durante la sua assenza i suoi cari sono stati costretti ad abbandonare Civitanova Marche per rifugiarsi in una città più sicura”. Il Gruppo EveryOne chiede ora al sindaco Corvatta di non arrendersi e di continuare nella strada che ha intrapreso con coraggio, attuando tuttavia atti più concreti, ovvero mettendo in atto programmi efficienti di solidarietà e accoglienza. “Da parte nostra, abbiamo sostenuto con tutte le nostre energie il progetto avviato dal sindaco,” continua Malini, “assistendo le famiglie Rom con le nostre risorse personali e con l’aiuto di Morena La Rosa, un’attivista che si è presa a cuore i Rom emarginati e perseguitati a Civitanova Marche. Anche il lavoro dei coraggiosi ragazzi di Cittadinanza Attiva è stato prezioso, ma di fronte a una città insorta contro pochi esseri umani poveri ed esclusi, è stato impossibile mantenere la permanenza a Civitanova degli individui Rom socialmente più vulnerabili e malati. Tommaso Corvatta ha rivelato, con il suo gesto, la gravità del fenomeno dell’intolleranza presente in città: un fenomeno strisciante che è cresciuto negli anni, nutrito da tanta cattiva informazione e dalle pessime politiche locali, ispirate al rifiuto e non all’accoglienza, inadeguate rispetto alle normative europee che tutelano le minoranze etniche. Ora bisogna che la politica sana prenda atto di quanto accade in città e ponga in essere, in sinergia con associazioni umanitarie come Cittadinanza Attiva, programmi di solidarietà e accoglienza rivolti ai Rom, ai migranti poveri, ai profughi. E’ importante, inoltre, che si tengano conferenze sui diritti umani e che nelle scuole civitanovesi si parli della condizione del popolo Rom, della sua lunga storia fatta di persecuzioni e rifiuto, delle sue tradizioni e del suo ruolo importante nella cultura e nella civiltà dell’Unione europea”.