Anders Wallace, 24 anni, laureato alla Columbia University di New York, frequenta un dottorato di ricerca in Antropologia Sociale. Si trova nelle Marche, precisamente a Monte San Giusto dove (seguendo un lavoro iniziato 30 anni fa dal professor Michael Blimm, cattedratico dell’Università di New York e della Boston University, sul passaggio dalla mezzadria all’artigianato e sul modello calzaturiero artigiano delle piccole imprese dell’area compresa tra Monte San Giusto-Montegranaro-Civitanova), sta portando avanti un’indagine sul grado di integrazione esistente in questi territori. Già negli anni Settanta il professor Blimm evidenziò fattori di criticità di alcune aziende locali, come il difficile passaggio generazionale o la conduzione a livello familiare che nel corso del tempo ne provocarono la chiusura. Blimm, autore di diverse pubblicazioni, sarà nelle Marche a fine anno. Oggi Anders Wallace, sulla scia del suo maestro, si sta interessando del modello economico delle piccole imprese, argomento questo oggetto di studio presso le Università della Pennsylvania e di New York.
Da quanto tempo si trova nelle Marche?
“Sono arrivato il 5 giugno scorso e sono ospite della famiglia Croceri di Monte San Giusto”.
Che tipo di ricerca sta conducendo?
“Realizzo una serie di interviste -al termine saranno in tutto una quarantina- sull’esperienza di integrazione della gente del posto con gli extracomunitari; sul tipo di percezione che si ha dal punto di vista sociale produttivo;su come le amministrazioni comunali sono organizzate in termini di accoglienza e di assistenza degli extracomunitari”.
Una volta effettuate le interviste, quale sarà il lavoro conclusivo?
“Quello che sto facendo oggi è un lavoro preliminare che sfocerà poi in una tesi più approfondita sull’immigrazione e sull’integrazione degli extracomunitari nel tessuto sociale delle zone calzaturiere”.
Dove ha imparato a parlare l’italiano?
“In realtà io sono nato in Italia ed ho vissuto per 6 anni(dai 7 ai 13) a Roma, dove mia madre, professoressa di Storia dell’Arte, era direttrice dell’Accademia Americana”.
Che impressioni ha avuto in questo periodo di permanenza a Monte San Giusto?
“Non ho ancora elementi sufficienti per fare una valutazione definitiva. Ciò che però sembra emergere dalle interviste realizzate finora è che ci siano problemi legati alla mancanza di attività culturali che mettano in relazione le diverse etnie provocando così una sorta di isolamento. Inoltre c’è un approccio molto diverso dei giovani e degli anziani nei confronti degli extracomunitari. Anche se i più giovani sembrano essere più aperti all’integrazione, in realtà lo fanno in maniera superficiale. Difficilmente approfondiscono i rapporti”.
Chiudiamo con una nota leggera. Come trova la cucina delle Marche?
“Buona, direi ottima. Oltre alle interviste, a New York, porterò anche qualche chilo in più…speriamo non siano troppi!”