CRAC BANCA MARCHE: NESSUN COLPEVOLE

(ANSA) - ANCONA, 13 LUG - Banche: Massimo Bianconi, ex direttore generale di Banca Marche.

Di Livia De Pace

Colpo di scena nella vicenda giudiziaria sul crac di Banca delle Marche: la Corte d’Appello di Ancona ha assolto oggi tutti gli imputati, ribaltando le pesanti condanne di primo grado. La sentenza ha sancito che “il fatto non costituisce reato”, chiudendo un procedimento durato oltre dieci anni e segnato da polemiche, inchieste giornalistiche e l’amarezza di migliaia di risparmiatori coinvolti.
Tra gli imputati figuravano nomi di vertice dell’istituto bancario fallito nel 2015. Assolto Massimo Bianconi (nella foto), ex direttore generale, che in primo grado aveva ricevuto una condanna a 10 anni e 6 mesi. Stessa sorte per Stefano Vallesi, ex vice direttore generale dell’area mercato, precedentemente condannato a 9 anni.
Assoluzione anche per Massimo Battistelli (ex capo area crediti), Giuseppe Paci (capo concessione crediti), Giuseppe Barchiesi (già direttore generale di Medioleasing) e Daniele Cuicchi (ex responsabile area commerciale di Medioleasing). Tutti escono completamente scagionati dal processo.
La Corte d’Appello ha accolto integralmente le richieste delle difese, stabilendo che non vi siano prove sufficienti per sostenere l’accusa. Già durante il dibattimento d’appello, la stessa Procura generale aveva ridimensionato le responsabilità, escludendo alcuni imputati e limitando la richiesta di condanna ai soli Bianconi e Vallesi. Ma oggi anche per loro è arrivata l’assoluzione piena.

Questa la reazione a caldo dell’Adusbef, rappresentata dall avv. Paola Formica. In una nota l’avvocato Formica “evidenzia come con l odierna sentenza racconti che nessuno è stato responsabile della risoluzione della banca del territorio marchigiano, cassaforte di imprenditori ed industriali, oltre che di cittadini laboriosi e risparmiatori. Non sono bastati i risultati delle ispezioni della banca d Italia che avevano evidenziato forti criticità sulla gestione del credito, ne i rilievi dei commissari sulla liquidità e sulla gestione dei finanziamenti a dusvelare i responsabili materiali del dissesto patrimoniale, economico e finanziario della banca.
La banca d Italia aveva avviato ispezione mirate perché nel panorama italiano post 2010, in piena crisi del debito sovrano ed agli albori del patto di stabilità UE e del fiscal compact, la banca delle Marche erogata credito e trainata l economia regionale.
In questo contesto, la banca accusava crisi di liquidità e veniva sottoposta ad amministrazione controllata, procedura che doveva traghettarla verso una incorporazione o comunque verso una nuova primavera. Invece, la banca sini prima la dichiarazione di risoluzione per dissesto dalla banca d Italia confermato dal giudice amministrativo e poi nel 2 016 la dichiarazione di insolvenza dal Tribunale di Ancona. Oggi, ne gli amministratori ne i dirigenti apicali sono penalmente responsabili di tale dissesto. Le parti civili potranno ancora agire civilmente a tutela dei loro diritti di credito frustrati dall insolvenza, svincolati dal capo d imputazione e non limitatii dall assoluzione per il capo a) il fatto non costituisce reato.
Oggi più che mai è necessario individuare chi ha condotto all azzeramento del capitale sociale e del patrimonio e non cosa visto che i provvedimenti assunti per la risoluzione della banca sono stati il frutto della gestione e della vigilanza sulla banca.”

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