#COSECHESIDICONO…VIA PASQUALINA E ALTRE STORIE

Nei paesi piccoli in genere per orientarsi o dare indicazioni non si definisce un luogo con la via di riferimento, spesso si hanno altri indicatori, un negozio, un distributore, oggi vanno per la maggiore le rotonde. E ci sono altri luoghi che sono identificabili senza appellarsi alla toponomastica. A Civitanova ad esempio Corso Umberto è soltanto il Corso e Piazza XX Settembre è la Piazza.

Eppure si è colta subita in città la risposta positiva alla decisione di dedicare una via a Pasqualina Pezzola, la famosa sensitiva civitanovese, detta la Montesanta, di cui ancora si discute la reale portata scientifica del suo operato, ma certo i concittadini non osano metterla in dubbio.

Senso di orgoglio, di appartenenza, di identità. Senza entrare nel merito del dibattito scienza si scienza no, questa approvazione unanime evidenzia chiaramente il valore delle scelte toponomastiche che raccontano la storia di una città, ne scansionano le evoluzioni, mi piace ricordare come a Milano esista una Via delle Ore, proprio dove nel 1335 misero il primo orologio pubblico. Ne disegnano la fisionomia, ricordano personaggi illustri o antichi mestieri e provocano anche, non di rado, accese polemiche: il caso locale della via intitola ad Almirante ne è esempio chiaro, ma in tutta Italia ci sono
discussioni e dibattiti, molti non risolti, vedi il caso di Mantova sulle intitolazioni scartate per Oriana Fallaci e Rita Levi Montalcini.

“Pasqualina si, ma gli altri chi sono?”. E’ il #cosechesidicono di questa settimana. Le proposte della commissione spaziano tra nomi strettamente locali e altri di risonanza internazionale, si va da Tosino Torresi a Baden Powell, da Franco Fortini a Giuseppe Gaggegi. E’ lecito quindi, anche pensando ai più giovani, che sfugga nell’immediato la rilevanza della scelta. Spesso questo accade anche con personaggi illustri che però non hanno una immediata riconoscibilità. A tutti sarà capitato di leggere un nome di via e chiedersi chi fosse l’intestatario e perché avesse avuto l’onore della targa. Bragadin? Sapreste dire chi era? Io no. Più spesso accade che non ce lo chiediamo neanche.

Se realmente la funzione di intitolare una via a qualcuno o a qualcosa che riteniamo importante, è perdurarne la memoria, forse si dovrebbero offrire dei supporti ulteriori a una semplice targa.

Propongo di predisporre le targhe intanto con dei QR code (Quick Response code), dei codici leggibili da smartphone o tablet, con le informazioni che si reputano necessarie. Ad esempio per Pietro Capozucca o Sergio Cartechini si potrebbero anche inserire le immagini delle loro opere o per Mario Garbuglia l’elenco dei film per cui ha elaborato la scenografia. E così via.

Un ultimo pensiero a Sesto Bruscantini e all’intenzione di dedicargli i Giardini di Piazza XX Settembre. In questo caso forse sarebbe invece da sostenere il troppo timido tentativo della Presidente dei Teatri di intestargli l’attuale Teatro Rossini. Dopo l’Annibal Caro e il Cecchetti sarebbe una scelta coerente considerando anche che il grande baritono civitanovese debuttò proprio in quel teatro quando ancora si chiamava Gigli.

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