“Fate ponti, non muri nella società” e aggiunge “per favore”. Parole pronunciate da Papa Francesco all’incontro con gli scout in Piazza san Pietro di qualche giorno fa.
È molto amato Papa Francesco, apprezzato in parte anche dai non credenti per le scelte di sobrietà portate sin dall’inizio del suo insediamento. Alcuni sono gesti simbolici, come la croce di ferro al posto di quella d’oro, la riduzione della scorta, gli spostamenti con i mezzi pubblici. Le sartorie romane specializzate in paramenti ecclesiastici, già dopo qualche mese dall’avvio del nuovo pontificato, hanno iniziato ad accusare il cambiamento di stile. Restano invenduti i capi “extraluxe” e predomina il filo sintetico su quello di seta e i ricami si scelgono fatti a macchina anziché a mano.
Lamentano che non si tiene conto della tradizione secolare di artigianato applicato all’abbigliamento ecclesiastico. Insomma Papa Francesco sembra aver portato quello che definiscono “periodo di magra”.
Sobrietà è la parola d’ordine anche per il padiglione del Vaticano all’Expò. 3 milioni di euro il costo dell’allestimento (quello dell’Italia ha superato i 90 milioni), incentrato sul tema delle iniquità a cominciare da quelle legate all’alimentazione. “A tavola con Dio” è il titolo scelto per uno degli incontri di approfondimento. Papa Francesco sembra che, almeno la sera, ami cucinarsi da solo cose semplici, spesso un uovo al tegamino.
I grandi cambiamenti spesso passano attraverso i piccoli gesti, azioni simboliche che hanno il potere di comunicare un’essenza profonda. Aprire la chiesa alla modernità è il grande cambiamento che questo Papa vorrebbe portare. Il processo è iniziato e lo si percepisce in modo diffuso, arriva capillarmente ed entra nei discorsi anche quotidiani. Apprezzata la riorganizzazione dello Ior, con l’adeguamento agli standard internazionali sulla trasparenza, al via la riforma della curia, l’accoglienza ai migranti, e iniziato il processo di avvicinamento della chiesa alle tematiche etiche, sessuali, con un’apertura al confronto con la società che è sempre più avanti di chi deve scegliere e decidere.
La volontà di Papa Francesco è però ostacolata e rallentata da oppositori interni. Va ricordato che il Papa è un capo di stato e come per tutti i governi ci sono maggioranze e opposizioni. I cosiddetti “poteri forti” fanno ancora paura tanto che il #cosechesidicono di questa settimana fa riferimento proprio a questo: “Secondo me prima o poi lo fanno fuori”.
Non è la prima volta che a me capita di sentire una frase del genere, seppur formulata in modo diverso, con diversa intenzione e riferita ad altri politici. Questa volta la frase era intrisa di timore. Il timore di perdere un punto di riferimento per un cambiamento radicale. Il timore di vedere svanire la possibilità di concretizzare l’affermazione “un altro mondo è possibile”, sempre valida per credenti e non credenti.


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