#COSECHESIDICONO…DIVERTISSEMENT

#cosechesidicono di questa settimana è un “divertissement” dedicato alla nostra ormai radicata abitudine a utilizzare termini stranieri nel nostro linguaggio. “Facciamo uno slow motion con lo smartphone”. È positivo a mio avviso ed è il segno che siamo molto più mescolati di quello che crediamo con le atre culture. Ma siamo ancora in grado di recuperare la nostra lingua, con i suoi termini precisi per tradurre ciò che abitualmente diciamo con altre lingue? Volete provare?

Immaginate un sommelier, molto sexi, con un papillon a pois, che durante un coffe break si fa un selfie mentre mangia un sandwich del catering e beve champagne. Non è una reclame e non ci sono depliant, è solo un party molto chic ma non snob, lungo tutto un weekend. La location è uno chalet. Gli ospiti sono stati invitati con una mail e sono arrivati in macchine diesel, delle cabriolet beige. Ci sono femme fatale, gigolò, escort. Molto charme e bon ton, decolleté non vistosi, lingerie sobria, foulard da boutique, le donne in longuette e collant e l’immancabile pochette, gli uomini in gilet. Il makeup è waterproof ma low cost. Un red carpet conduce agli stand. Un display informa che sono aree wireless. Con un escamotage lo speaker promuove gli sponsor. Vengono distribuiti random dei gadget, voucher, dei badge e dei passepartout. Lo staff dello chef in tutto relax serve il menù, omelette, crepes, snack, baguette, per dessert croissant, bignè, e frappé, non proprio nouvelle cousin. Ci sono diverse performance, dal cabaret al burlesque. Delle soubrette in mise osè fanno il loro show in zona off limits ai teenager tutti in t-shirt che sono rimasti ad ascoltare delle cover band.
E’ ospite anche una etoile, che aveva tenuto un workshop in città e che danza su un overture e un carillon, il suo look è trend, un tutù di tulle e chiffon e senza chignon. Il suo cachet rientrava nel budget e l’hanno potuta persino pagare cash, all inclusive. Parentesi gossip! Il suo partner ha fatto outing durante un meeting di personal trainer, tra una cyclette e un tapis roulant. Per lei è stato uno shock. Che stress questi menage! Ma c’è sempre un’altra chance. I reporter dicono che si sia data allo shopping e al bricolage, sembra che le sue attività preferite siano decoupage e collage.
C’è persino un bunker realizzato con un tour de force per far fronte a qualsiasi eventuale blitz. Una sorta di casinò sotterraneo dove il team dei croupier fa turnover per gestire fulltime la roulette. Delle webcam collegano la task force e il caveau.
In una sala piena di poster con qualche abat-jour proiettano film d’essai, remake, serial, sequel, trailer e qualche flop con attori non proprio con il physique du role ma dal grande appeal. Uno scoop il vernissage del leader dei tutor, presente dopo un rapido check-up, allestito nella suite a cui si può accedere superando un test e pagando un piccolo ticket. I feedback sono stati molto positivi.
Le ultime news raccontano di un record di audience malgrado qualche defaillance nelle public relation. I brands hanno colmato il gap e lavorato sul loro target anche fuori dagli outlet. Ogni step è utile per far crescere il knowhow, dicono, ed evitare la ventilata debacle. La movida offre input interessanti e non può più essere considerata soltanto un cliché, questo è un diktat.
Questo reportage è una debacle.

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