È il tormentone estivo dei TG “Bere tanta acqua”. Azione salutare che ripristina il regolare e necessario livello di idratazione che si disperde più rapidamente con il caldo.
A tavola acqua fresca, in giro con la bottiglietta in mano, pronti a ricaricarla dalla fontanella sulla via
“Devo comprare delle bottiglie di vetro”. Questa l’autoesortazione colta per il #cosechedisidicono di questa settimana. Si intuisce la volontà di
contribuire seppur con una piccola azione alla riduzione della quantità di plastica che immettiamo nel mondo.
Rifornirsi di acqua dai distributori utilizzando bottiglie di vetro o
riempirle dal rubinetto di casa fa sicuramente ridurre il fabbisogno di
plastica. Ma non c’è solo una attenzione, una sensibilità ecologica dietro questa scelta c’è anche un aspetto legato alla propria sicurezza e alla propria salute a cui forse siamo meno attenti e che invece ci potrebbe stimolare a essere più ricettivi sui temi ambientali.
Le bottiglie di plastica sono realizzate con il Polietilentereftalato noto
come PET, un materiale che rammollisce con il calore e si solidifica con il freddo e subisce fenomeni degenerativi che ne sconsigliano il riuso. In realtà la diatriba è aperta da tempo tra chi sostiene che è un materiale sicuro e chi ne rileva la deteriorabilità.
Rileviamo comunque che le bottiglie in PET non possono subire
sterilizzazione ad alta temperatura e sappiamo che un semplice risciacquo non protegge dalla presenza di eventuali batteri.
Se guardiamo fuori dai nostri stretti confini, in particolare in Germania e in alcuni stati del Nord Europa la normativa prevede che si possano utilizzare bottiglie in plastica solo se riutilizzabili. In quei paesi sono state realizzate le cosiddette “Refillable”, bottiglie di maggiore spessore che possono sopportare 25 riutilizzi tra riempimento, trasporto, utilizzo, lavaggio e risciacquo.
Anche negli Stati Uniti è sconsigliato il riuso delle bottiglie in PET in
questo caso in particolare per la possibile presenza del BPA, un estrogeno sintetico che l’Environmental Working Group (una sorta di Associazione di Consumatori americana molto attiva) ritiene responsabile di diversi problemi di salute dal cancro al seno all’infertilità. In Europa il BPA è stato bandito per quanto riguarda ad esempio la produzione di biberon, ma non ci sono garanzie assolute che non venga utilizzato per il PET.
Più si ricerca più ci si addentra in questioni tecniche dove è facile
perdersi, tra formule chimiche e interessi economici. A noi non rimane che tutelarci nel modo più tradizionale e rivalutare un materiale antico e puro come il vetro, la migliore garanzia per la nostra salute e per l’ambiente.
Una bottiglia di vetro da un litro costo poco più di un euro, si può fare.


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