Dopo due sedute andate deserte, il Consiglio Comunale di Civitanova è finalmente tornato a riunirsi per approvare il rendiconto consuntivo, la variazione di bilancio e il consuntivo dei teatri.
Ma a tenere banco, più dei contenuti, sono stati ancora una volta i retroscena politici e i calcoli di opportunità.
Fino a pochi giorni fa, Fratelli d’Italia e Lega avevano scelto insieme di non presentarsi in aula, facendo saltare la votazione della variazione di bilancio. Oggi, invece, i meloniani sono tornati compatti e hanno votato tutto, senza che nel merito fosse cambiato nulla. Nessuna modifica alla variazione, solo un cambio di strategia.
Un voto che il capogruppo di Fratelli e i consiglieri non hanno saputo spiegare con coerenza: hanno parlato di un chiarimento con il sindaco Ciarapica, ma è chiaro che le vere motivazioni sono ben altre. Non è questione di bilancio, ma di politica. Con le elezioni regionali ormai alle porte e l’apertura della campagna elettorale del governatore prevista proprio venerdì a Civitanova, era impensabile per Fratelli d’Italia continuare a dare l’immagine di un centrodestra spaccato. Serve ora mostrarsi “responsabili” e compatti.
Diverso il comportamento della Lega, che ha mantenuto la linea dura: in aula c’era, ma al momento del voto sulla variazione di bilancio i leghisti sono usciti. Un segnale chiaro che le tensioni restano tutt’altro che superate.
A confermarlo è stato anche il siparietto andato in scena tra il capogruppo della Lega, Pollastrelli, e il sindaco. Oggetto del contendere: la presunta assenza del consigliere Crocetti nella seduta del 29 maggio. Pollastrelli ha accusato Ciarapica, neppure troppo velatamente, di non aver detto tutta la verità, aggiungendo che avrebbe potuto mostrare un messaggio WhatsApp a conferma della sua versione, ma che avrebbe evitato di farlo per non risultare “antipatico”.
Insomma, tra Fratelli che cambiano idea da un giorno all’altro, Lega che resta sul piede di guerra e rapporti sempre più tesi con il sindaco, il Consiglio è ripartito, sì… ma con equilibri più fragili che mai.