COMMERCIO, NON E’ L’APERTURA DOMENICALE A RISOLVERE I PROBLEMI

domenica-aperto_192213Da Stefano Ghio consigliere comunale del Pd, riceviamo e pubblichiamo:

Si coglie l’occasione della polemica sull’apertura domenicale per proporre una riflessione sul futuro del commercio a Civitanova Marche, raccogliendo anche le preoccupazioni che sono emerse da vari operatori del settore. E’ mia convinzione che il commercio, uno dei settori trainanti della nostra economia locale, stia vivendo una sua profonda evoluzione e che la sua sorte non sia segnata dai giorni di apertura e chiusura come semplicisticamente a volte, la politica e le forze sociali fanno intendere. A titolo esemplificativo si può ben dire che la preferenza accordata dai consumatori alle grandi superfici di vendita trova la sua ragione nei servizi che tali strutture danno agli avventori che vengono conquistati non dal prodotto in se, o almeno non solo, ma dall’ambiente in cui il prodotto viene offerto. Ebbene il piccolo negoziante del centro riuscirà a sopravvivere solo attraverso la riscoperta di una nuova capacità di attrarre il cliente nel negozio nella consapevolezza che la competizione attraverso le merci non è più sufficiente. Le armi di conquista del consumatore saranno sempre più i servizi offerti e l’ambientazione del punto vendita. Sotto questo profilo le scelte di valorizzare il commercio di Civitanova Marche non può che passare attraverso una attenta politica di servizi nella quale l’amministrazione assuma un ruolo fattivo attraverso i necessari investimenti strutturali e promozionali, non delegando solo il commerciante e le sue associazioni di appartenenza. Abbiamo parlato spesso in passato di centro commerciale naturale, concetto che esprime appunto la necessità di un ambiente stimolante per il consumatore e qualitativamente elevato per il residente; concetto di sviluppo astrattamente condiviso dalla maggioranza delle forze politiche, ma concretamente distante dal fare dell’Amministrazione. L’unico aspetto che cura l’Amministrazione è la promozione di piccoli eventi, per altro gestiti interamente dai commercianti i quali si sono fatti carico delle assenze dell’amministrazione. Detto quanto sopra la necessità di parlare di un numero maggiore o minore di aperture domenicali porta in se il germe della inutilità. Se il centro di Civitanova Marche riscoprisse la sua capacità attrattiva e la sua funzione di centro vivo del settore commerciale, penso che nessuno metterebbe in dubbio la necessità di avere il maggior numero possibile di aperture domenicali; se vi fossero i servizi necessari per lo sviluppo di un moderno sistema di distribuzione la concorrenza con le grandi strutture di vendita non metterebbe più paura a nessuno. Ciò posto, bando alle ciance, l’Amministrazione si faccia consigliare dal proprio avvocato per decidere sul da farsi in ordine alla nota ordinanza del TAR, e si attrezzi FINALMENTE a proporre una politica sul commercio atta ad aiutare Civitanova a mantenere attivo un settore, che stà soffrendo di una crisi molto preoccupante e che ha iniziato a generare disoccupazione.

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