CIVITANOVA: NELLA SALA CONSILIARE UN BAGNO DI CULTURA ORIENTALE

image122È stato un pomeriggio di notevole spessore culturale quello trascorso da molte persone, un po’ tutte appassionate di storia e archeologia, in occasione della presentazione di un avvenimento che risale nientemeno al 1281 quando la flotta di Kabilai Khan, nipote di Gensis Khan, il grande condottiero mongolo, fu annientata mentre si stava avvicinando minacciosa alla costa giapponese. Un episodio , se vogliano, lontano dalla nostra storia, ma come hanno evidenziato sia i relatori che alcuni presenti, di grandiosa portata che era conosciuto solo da pochi, che poi hanno trovato conferma attraverso gli studi portati avanti dall’IRIAE (International Rescarch Istitute for Archeology and Ethnology), intervenuto nell’incontro con l’archeologo Daniele Petrella e il giornalista Marco Merola, rispettivamente presidente e vice presidente.
Introduzione ai lavori da parte di Anna Maria Vecchierelli (Archeoclub) che ha messo in risalto la rilevanza dell’avvenimento di alto respiro, “al quale – ha annunciato – ne seguiranno altri”, il cordiale benvenuto iniziale del sindaco Claudio Tommaso Corvatta che ha messo in luce il carattere di curiosità e attenzione della nostra gente che fanno di Civitanova una città attenta. Anche l’assessore Cristiana Cecchetti ha sottolineato la rilevanza del tema proposto e l’impegno a collaborare in analoghi momenti culturali, mentre il presidente del Lions Club Host, Roberto Giannoni, has sostenuto che per gli appassionati di storia ha poca rilevanza il fatto che sia antica o moderna. Saluto, quindi, di Alvise Manni del Centro Studi Civitanovese, che ha sostenuto la rilevanza dell’apporto dell’IRIAE che ha consentito di confermare una pagina di storia che aveva dei contorni alquanto approssimativi.
Poi la relazione vera e propria da parte del giornalista Marco Merola e dal geologo Daniele Petrclla che hanno illustrato, attraverso un attento collage di momenti di storia e l’inconfutabile verità di reperti archeologici presi in esame,la tragica scomparsa della flotta di Kabilai Khan per via di un violento tifone, chiamato kamikaze, quando ormai era giunta nei pressi dell’isola di Takascima, dopo aver trascorso 1400 chilometri in mare aperto. Una carrellata di episodi emozionanti come il ritrovamento in fondo al mare di un forziere sigillato nel quale, a distanza di otto secoli, è stata trovata un’armatura mongola intatta, l’uso di palle di pietra con all’interno della polvere da sparo, segno che evidenzia l’uso di vere e proprie armi da fuoco, se non altro negli effetti, in quanto erano lanciate da catapulte possenti, l’accurato esame delle ancore, di pezzi del fasciame delle centinaia di giunche possenti, che avevano una lunghezza di quaranta metri, stritolate da quel demonio di vento, che non permise a Kabilai Khan, che regno dal 1260 al 1294, di estendere i confini della Mongolia, che già aveva il dominio della Cina e della Corea, al Giappone.
Un piacevole susseguirsi, dunque, di annotazioni e l’impegno da parte dell’IRIAE a dare continuità ad altri approfondimenti riguardanti anche il nostro territorio dal momento che entro breve sarà aperta nelle Marche una sede di tale istituto che ha un’ampia operatività per il fatto che è svincolato dal pubblico per cui si sostiene attraverso il mecenatismo. Gli effetti, sono, non a caso, davvero notevoli.
Nelle foto. Il sindaco Corvatta durante il saluto iniziale e il giornalista Merola e l’archeologo Petrella.
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