Quindi la situazione è questa. I due progetti presentati ai civitanovesi come volano dello sviluppo urbanistico e commerciale della città, il cavalcavia e l’area Ceccotti, non stanno in piedi. Sono da rifare per colpa di calcoli sbagliati o perché illegittimi. Negli ultimi cinque anni il Piano Ceccotti è stato riscritto due volte e bocciato quattro; da Provincia, Tar, Consiglio di Stato e, ultima, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche che ha dato parere negativo al progetto fondato su un grattacielo di 25 piani e messo in discussione l’intero impianto proposto dal Comune. Quanto al cavalcavia, dopo dieci anni, a Palazzo Sforza si sono accorti che per realizzare le quattro corsie previste nel tracciato iniziale avrebbero dovuto abbattere i balconi dei palazzi delle lottizzazioni La Pinetina e Acque Marine, e così è stato ridotto a due corsie. Si è detto, per alleggerire l’impatto sul territorio: la verità è che avevano sbagliato le misure. Chi si assume, tra i politici e i tecnici, le responsabilità di questi errori che comportano stop, ritardi nello sviluppo, spese processuali? Intanto è fermo il motore della città, quello delle opere pubbliche. L’ultimo, ‘grande’, edificio inaugurato dall’amministrazione è la scuola elementare di S. M. Apparente e dopo il taglio del nastro sono emersi difetti strutturali tali da imporre lavori di rattoppo. Anche la nuova Chiesa di San Marone è impantanata per colpa di pasticci del Comune. Il fantomatico Palazzo dello Sport ha condito tutte le campagne elettorali dal 1995 ad oggi, ma è rimasto nel libro dei sogni. E l’Ente Fiera? Il cantiere è aperto e, chissà, forse è la volta buona. Anche la multisala cinematografica spiccava nella lista degli annunci e, mentre Civitanova ne parlava, a Porto Sant’Elpidio l’hanno realizzata. I vicini ‘scarpari’ hanno anticipato Civitanova anche sulla riqualificazione del litorale, costringendo la giunta Mobili alla rincorsa sulle politiche turistiche e a finanziare il rifacimento del lungomare sud e di quello nord per stare al passo. E del museo dell’archeologia industriale dentro l’area ex Cecchetti che ne è stato? Tutte le speranze della giunta ora sono puntate sulla palestra di Civitanova Alta (ancora una palestra!) i cui lavori hanno accumulato forti ritardi, ma di sicuro sarà pronta per il taglio del nastro prima delle prossime elezioni. A pensarci bene, un edificio capace di contenere migliaia di civitanovesi è stato realizzato negli anni del centro destra. Non è l’Ente Fiera, non è il palasport o la multisala, ma un centro commerciale: l’Iper.