CITTADINANZA ATTIVA RICEVE IL PREMIO INTERNAZIONALE MAKWAN

romanticamenteIl 24 novembre presso la Sala Consiliare del comune di Civitanova Marche si è tenuto il convegno “Rom-anticamente”, organizzato da Cittadinanza Attiva per toccare il tema del nomadismo e proporre due progetti inclusivi per la comunità rom romena di Civitanova Marche. Presente l’assessore ai servizi sociali, Antonella Sglavo. Durante il convegno si è parlato della problematica d’inserimento della comunità rom, ma soprattutto si è discusso di come poter abbattere il muro del pregiudizio che da sempre accompagna questa etnia. L’assessore ha tenuto a specificare che questo progetto ” non lede i diritti degli italiani che stanno affrontando una crisi economica pesantissima, ma soltanto si seguono delle direttive europee e nazionali che prevedono finanziamenti per questa tipologia di percorso socio-culturale” . Alla conferenza erano presenti anche autorità della difesa dei diritti civili della Regione Marche, in persona della Dott.ssa Anna Clora Borghesi, che ha espresso particolare interesse per il progetto portato alla luce dai cittadini attivi. Molti intervenuti da fuori soprattutto nell’ambito dei servizi sociali di Ancona e Fermo. Sono intervenuti sul tema il Presidente dell’associazione EveryOne -Roberto Malini, Enrica Bruzzichessi – dell’A.N.P.I. Macerata, sez. “24 Marzo”- Vincenzo Cozzolino e Laura Marzola. Una delegazione di rom -sei in tutto- era presente ed è stata fatta sedere tra i banchi del consiglio comunale. Hanno parlato della loro emarginazione e della loro volontà di avviare un processo d’integrazione che passa attraverso la ricerca di un lavoro e di un alloggio. Il progetto proposto segue le direttive d’inclusione europee e nazionali e verrà vagliato dalla Regione Marche che, tra l’altro, ha espresso la volontà di esportare questo evento, potenziandolo, perché ritenuto primo in Italia e di una valenza sociale importante. Nella conferenza, dove si è parlato della storia delle comunità Rom, dei loro disagi e delle loro potenzialità, si è dato spazio anche alle domande dei presenti per fugare ogni dubbio sul progetto futuro. L’associazione EveryOne ha poi conferito a Cittadinanza Attiva un premio Interanazionale, Il Premio Makwan per i Diritti Umani. Si tratta di un premio dedicato alla memoria del ventunenne gay Makwan Moloudzadeh, impiccato il 5 dicembre 2007. Riconoscimento che viene assegnato ogni anno, in base alla decisione di una giuria internazionale, a persone o associazioni che si sono distinte per azioni o progetti a tutela dei diritti fondamentali degli individui, dei gruppi sociali e dei popoli. Laura Marzola, una delle promotrici di Cittadinanza attiva, commenta così : ” per noi questa conferenza è stato un momento di crescita personale che ha arricchito il nostro bagaglio culturale ed emotivo. Ci aspettavamo contestazioni, visti gli attacchi che stiamo subendo da qualche giorno, invece è stato un momento di pace e solidarietà. Per noi questo progetto, che è stato apprezzato anche dalla Regione, rappresenta un vanto perché crediamo nell’integrazione ma soprattutto crediamo che, per abbattere i pregiudizi, sia necessario far nascere degli esempi positivi e valorizzarli. Ci hanno definiti coraggiosi ma noi ci sentiamo solamente giovani motivati, che hanno voglia di cambiare questa città proiettandola verso un modello sociale europeo e civile. Sappiamo che sarà dura perché la crisi morde molte famiglie italiane ma, come ieri detto, non stiamo escludendo nessuno ma promuovendo un lavoro collettivo che farà solo bene all’immagine della città. Ringraziamo EveryOne per il premio conferitoci che ci onora profondamente e speriamo sia di buon auspicio per l’avvio del progetto futuro.” Quanto al modello di integrazione che si intende perseguire, viene fatta la seguente specificazione da Vincenzo Cozzolino (anche lui promotore dell’iniziativa): ”L’integrazione a cui facciamo riferimento non va intesa come assoggettamento di questa comunità ad un modello culturale che non le appartiene, ma al contrario va intesa come un tentativo di fornire ad essa delle condizioni di vivibilità dignitose che non siano in antitesi con quelle che sono le sue specificità culturali. Inoltre il nostro progetto non vuole essere una sorta di opera di elemosina tale da rendere i rom soggetti ad un welfare assistenzialistico, che, di fatto, li de-responsabilizzerebbe, ma al contrario vuole fare di questa comunità un collettivo responsabile ed economicamente produttivo. Solo inseguendo questa strada sarà possibile cambiare lo sguardo che tendenzialmente assumiamo verso questa comunità”.

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