“Il Piano Particolareggiato del Centro Storico,Borgo Marinaro è stata una scelta lungimirante voluta sulla fine degli anni 80 dalla sinistra. Recuperare il Centro Storico restituirlo, salvandolo dal degrado ,alla residenza recuperando le sue caratteristiche edilizie storico culturali.
A circa venti anni di distanza si può dire che quella scelta è stata,fatte salve qualche eccezioni,tradita.
I mancati controlli da parte degli uffici comunali competenti,l’aggressione speculativa strano trasformando quel disegno originario in una sorta di puzzle di improbabili stili edilizi di stravolgimento e violazioni delle norme tecniche e delle prescrizioni del Piano Particolareggiato.
quindici anni di governo delle destre hanno massacrato il Borgo Marinaro.In questa furia edilizia,in questa illegalità diffusa viene inghiottita la nostra storia,la nostra memoria.Il Borgo Marinaro è ormai affondato nel gorgo tumultuoso del nei degrado edilizio.La destra ha tradito questa missione. E’ surreale che in questo contesto, frutto del lasseize faire dei governi delle destre dal Sindaco Marinelli a l’attuale Mobili ,sia stato innestato un progetto di riqualificazione dell’arredo urbano che va dal Corso Umberto1 ad alcune viette del Borgo dal costo milionario dal costo milionario di fatto decontestualizzato da una dubbia compatibilità che va dai materiali allo stile ,ai particolari,ecc .
Realizzazioni che mettono ancor più in evidenza la disarticolazione edilizia- urbanistica,storica,cuturale.
Il Borgo Marinaro è una parodia dell’inferno Dantesco.Gironi dove a scendere vengono immortalati le i più diversi peccati edilizi,le “perversioni” progettuali.In questa bolgia accade che antiche e storiche Case di Pescatori pre ottocentesche siano sparite.Alcune demolite e ricostruite in stile baita di montagna altre rifatte in stile post moderno,altre inqualificabili. Così lo sky line dei via lido,via gondola,ecc una volta omogeneo oggi sembra una dentiera scheggiata. Si salva in questo quadro desolante in via Lido fa bella mostra di forse l’ultima casa di pescatori.
Una casa realizzata in gran parte in pietra . Pietre che gli storici locali attribuiscono a ruderi della medievale Torre di avvistamento situata allora la dove oggi c’è Palazzo Sforza.
Noi l’abbiamo chiamata la Casa del Pescatore.E’ una casa forte,una vivente dimostrazione che ci racconta da anni in mezzo all’indifferenza che la nostra gente era forte,che comprendeva il valore del riuso dei materiali.Una casa quella del Pescatore in un contesto urbanistico socializzante dove il lavoro,la solidarietà e la mutualità erano valori forti.La Casa del Pescatore è la memoria storica vivente è la madre della nostra città.
La Casa del Pescatore non deve essere distrutta,usata come “cubatura” per perpetuare lo scempio urbanistico del centro e del Borgo Marinaro.Noi confidiamo nella sensibilità della proprietà. Una sensibilità che deve risvegliarsi e farsi parte quotidiana dell’azione della classe politica locale .Salvare la Casa del Pescatore come? Adottandola. Sembrerà retorico ma fino a quando la città,le istituzioni non prenderanno coscienza che questa adozione è un’ancora di salvezza queste testimonianze scompariranno. Noi abbiamo lanciato l’idea di adottare la Casa del Pescatore come simbolo della nostra storia,della nostra tradizione,delle nostre radici.Facciamo appello alle istituzioni,alle forze politiche affinchè la Casa del Pescatore diventi bene “tutelato”,che vi si appongano vincoli formali da parte della Sovraintendenza ai beni culturali e monumentali.La nostra è una bottiglia con un appello affidata al mare.Vogliamo sperare che ci sia chi la raccoglierà.
Maria Grazia Pierluca