CIVITANOVA, I TAGLI ALLA BIBLIOTECA DIMOSTRANO LA VISIONE MIOPE DI MOBILI E MORRESI

silenzi11Di Giulio Silenzi

Ostentare la cultura come una medaglia e poi non valorizzare la Biblioteca comunale e tagliarne addirittura i finanziamenti, significa non aver capito la funzione e l’importanza di un luogo dove la comunità civitanovese, i giovani soprattutto -e ne vedo davvero tanti-, si incontrano, condividono idee e partecipano alla costruzione e conservazione del nostro patrimonio culturale. Deve essere stato questo deficit di comprensione a spingere l’amministrazione comunale a tagliare radicalmente dal bilancio 2011 le risorse destinate alle attività della Biblioteca Zavatti. Un atto che colpisce per la sua miopia, legato alla stretta logica economica di una giunta che non si preoccupa di tutelare e difendere un luogo che si è fatto carico in questi anni, con le tante iniziative che ha ospitato e finanziato, della crescita sociale e culturale della città in tutte le sue espressioni. Il centro destra non ha esitato a sacrificare questo mondo. Coraggiosa e appassionata, è stata perciò, la lettera aperta scritta dal presidente del Consiglio di Biblioteca, Marco Pipponzi, all’amministrazione perché rivedesse una politica dei tagli (30 mila euro) che mettono a rischio l’esistenza stessa dell’istituzione. Un appello accorato quello di Pipponzi che appartenendo alla stessa area politica del sindaco Mobili e dell’assessore alle finanze Morresi, li ha messi in imbarazzo e che ha svelato il ‘pensiero’ di un centro destra civitanovese che, in questi mesi, ha saputo parlare di cultura concentrandosi sugli spettacoli. Si rinuncia così alle esperienze della Biblioteca, trasformando la cultura in terreno e teatro politico su cui giocarsi visibilità e propaganda. Ma, una città e una amministrazione moderne, devono saper coniugare l’investimento sui grandi eventi alla difesa delle istituzioni, associazioni, che producono cultura e che sono radicate capillarmente sul nostro territorio. Più la loro offerta è articolata sulle necessità degli utenti, più diventano luoghi sociali. Le Biblioteche hanno bisogno di visibilità, alleanze, risorse finanziarie e competenze. E la difesa di questi luoghi deve essere una responsabilità di tutti perché investire nell’attività di una Biblioteca significa investire in un servizio essenziale, in un bene primario e collettivo che non può essere sacrificato per una visione miope della cultura intendendola soltanto come cultura-spettacolo. Voglio sperare che ci sia un ravvedimento e che il finanziamento venga ripristinato.

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