“E’ proprio vero che l’occhio del padrone ingrassa il vitello! Silenzi, forse per sviare l’attenzione dei cittadini sulla gravità della fuga di Popsophia ed i recenti flop nei teatri,convoca una conferenza stampa e svela con trionfalismo risultati straordinari e quasi miracolosi dell’evento “Che Natale che fa”, costato “solo 30 mila euro”. Un evento tanto miracoloso che addirittura medita di farne un festival con tanto di marchio, grazie alla creatività di Rosetta Martellini e alle capacità operative di Alfredo Di Lupidio, di cui solo oggi scopre i meriti, dopo mesi di guerra nei suoi confronti e dopo che Costamagna e Sindaco l’abbiano attaccato pubblicamente sulla stampa.” Così la Federazione del Centrodestra di Civitanova a commento delle dichiarazioni fatte in occasione della conferenza stampa di bilancio di “Che Natale che fa”. Immediata la replica dell’assessore Silenzi che scrive: “Se l’occhio del padrone ingrassa il vitello, per usare lo stesso stile non posso che rispondere “non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere!”
Un calendario quello di “Che Natale che fa!” ricco di proposte che è partito dalla città e l’ha coinvolta direttamente, in primis con le sue risorse di idee.
Una iniziativa che ha gettato semi importanti con proposte che potranno essere recuperate in altri periodi dell’anno senza necessariamente aspettare il Natale seguente.
Una occasione concreta e riuscita fortemente per coordinare intorno a un progetto condiviso le Istituzioni Culturali della Città che per la prima volta sono state rese partecipi in modo fattivo e senza prevaricazioni.
Ma non penso soltanto alla Pinacoteca, alla Biblioteca Comunale e gli Istituti scolastici, ma anche alla Fondazione Mori, all’associazione Cartacanta, alla Scuola di Recitazione, al Teatro Lab, alle Corali cittadine e ai tanti giovani talenti, a cui si è dato spazio e voce e che con la loro presenza hanno reso sicuramente più vivo rispetto agli anni passati questo Natale.
Un’articolazione di proposte differenti che ha coinvolto pubblici diversi per età e per interesse, che ha vivacizzato Civitanova Alta con l’idea di destagionalizzare il flusso turistico, che ha animato il centro unendo shopping e divertimento.
A guardare gli anni passati non mi sembra che possano snocciolare dati altrettanto lusinghieri che hanno coniugato al valore culturale la sobrietà della spesa.
Non rendersi conto del valore culturale dell’intera iniziativa dimostra che solo una miopia e ristrettezza di pensiero fa nascere critiche così meschine e ingenerose verso tutti coloro che hanno lavorato con passione per il buon esito del progetto.
La destra continua a fare un’accozzaglia e a confondere le questioni, dimenticando o facendo finta di dimenticare, per tornare su Popsophia, che se il Festival può abbandonare la nostra città è solo grazie alla loro incapacità di tutelare gli interessi reali di Civitanova.”