C’è voluto l’intervento di alcune famiglie per riportare alla luce, dopo l’oblio politico e istituzionale, la realizzazione di un centro per l’autismo.
Da quanto si legge sulla stampa, la politica – sia di centrodestra che di centrosinistra – con diverse rappresentazioni sulla localizzazione, si è subito divisa e rivista in varie ipotesi riguardanti la sede, la dimensione e i costi.
Eppure, per anni, erano già state avanzate riflessioni e proposte, sia tecniche che economiche, su come finanziarlo, sulla sua dimensione e localizzazione. La risposta, invece, è sempre lo stesso vecchio ritornello divisivo.
Ipotesi:
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Area di proprietà del “Paolo Ricci”: variante sì, variante no, variante ni.
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Utilizzo edificio ex “Stella Maris”: no, sì, ni.
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Area “Civitanova 2000” o oneri di urbanizzazione ex sottopasso: sì, no, ni.
Troppe triangolazioni sulle quali la politica è nel pallone.
La politica sa bene che le famiglie, da anni, sono alle prese con serie e gravi problematiche e, con una pazienza infinita, aspettano una risposta certa.
Per quanto riguarda le decisioni politico-istituzionali, tutto è ancora in campo. Il prossimo Consiglio Comunale è di fatto convocato per decidere.
Penso che, su questo tema, la politica debba dare il meglio di sé.
In tutti questi anni nessuno si è espresso con chiarezza e nettezza contro la realizzazione del Centro per l’Autismo a Civitanova Alta.
Se prevarrà il NO, almeno si dica cosa deve diventare l’area ex ECA, poi Istituto Paolo Ricci.
La si vuole vendere e utilizzare il ricavato, nella disponibilità del Paolo Ricci, per farne cosa?
Spero non un progetto residenziale, utilizzando l’area e le cubature esistenti (casa colonica e annessi).
Si vuole incassare la fideiussione degli oneri di urbanizzazione per farne cosa?
Si vuole che resti vincolata come area inedificabile?
Se questa sarà la decisione, che la casa colonica e gli annessi diventino un centro legato al “Parco del Castellaro”.
Spero che il voto sul sì alla variante formi una maggioranza di volenterosi e si passi finalmente a cose concrete.
Il tempo è scaduto.
Nel caso in cui prevalga il NO, si dica chiaramente come si intende utilizzare il casolare, gli annessi e l’area agricola.
Di Amedeo Regini



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