
Marinelli seduto in atteggiamento contemplativo durante il Consiglio provinciale convocato subito dopo il voto
E adesso viene il bello. Dopo la pesante sconfitta di Marinelli, l’esclusione dal consiglio regionale di Brini, e la probabile nomina di Nicoletti ad assessore, il Pdl è a caccia di teste. A caccia di colpevoli a cui attribuire la colpa per la batosta appena incassata contro il “nuovo centro sinistra”, quel laboratorio che ha amalgamato Pd e Udc portando Spacca alla riconferma di Governatore delle Marche con il 53% dei voti. E allora c’è Ottavino Brini che se la prende con la legge elettorale e annuncia la sua volontà di rivolgersi al Tar, ma allo stesso tempo bacchetta un partito “che in campagna elettorale è mancato” e si rivolge a Ceroni dicendogli “non sei stato un bravo sarto”. C’è lo stesso Marinelli, proposto da Spacca come “nuovo ambasciatore al Governo per le Marche” con un dossier da consegnare a Berlusconi e quell’amore forzato verso l’Udc. E in fine c’è lui, Renzo Foresi ex assessore defenestrato da Mobili e sostituito con Silvia Squadroni, che spara a zero contro il sindaco Mobili e i vertici di un partito il Pdl, che di fatto, dice, “non esiste più”. Dente avvelenato, il suo. Tornare dalle vacanze e trovarsi il bel servito è sicuramente un inaspettata sorpresa, che difficilmente è stata digerita da Foresi. Fece il diavolo a quattro, due o tre giorni di sparate poi il silenzio. Oggi il ritorno. E la voglia di ribalta, di vendetta. Dopo Pasqua, convocherà un incontro tra esponenti dei partiti per dire loro che è ora di cambiare ingranaggio e che metterà a disposizione la sua candidatura a segretario del Pdl. La situazione, dunque, s’ingarbuglia e dentro e fuori il Palazzo si prospettano giorni di fuoco e fiamme. Questa mattina, intanto, Marinelli si dimette da assessore alla cultura e dalla carica di vice sindaco.