Lo scandalo di Banca delle Marche è di enorme portata. Un disavanzo di 580 milioni di euro a cui andrebbero aggiunti i 250 milioni che, si dice, siano gli utili del prestito della Banca Europea, finanziamenti che non sarebbero stati utilizzati per le imprese.
Un enorme disavanzo scoperto dalla sera alla mattina. Un “buco” sembra causato dall’aver dato finanziamenti rilevanti a persone non congrue, di dubbia affidabilità in un sistema dove nessuno si è accorto, nessuno ha seriamente vigilato, nessuno ha parlato.
Chi doveva controllare se non l’esecutivo della Banca, il Consiglio di Amministrazione, il Presidente Costa e il suo vice Ambrosini che prima erano a parti alternate con Ambrosini presidente e Costa vicepresidente? Persone ben remunerate per il ruolo ricoperto ai quali ora è lecito chiedere se mentre tutto ciò accadeva si siano accorti ed hanno preferito tacere. E se così fosse perchè?
Ecco allora che l’azione di responsabilità promossa dai soci -merito della Fondazione Carima e del suo presidente Franco Gazzani che sta dimostrando coraggio nel voler tutelare la Banca Marche- è inevitabile e mira a recuperare il danno fatto.
Un danno che sembra avvenuto con l’approvazione, ma questo va accertato, di bilanci falsi chiusi in attivo che hanno distribuito utili sottraendo liquidità alla Banca che oggi si trova a secco e deve ricapitalizzare se vuol andare avanti.
Ma come è possibile?
Le dimissioni del presidente Costa e del vice presidente Ambrosini sono tardive per evitare un commissariamento da parte della Banca d’Italia.
Sul territorio, questa situazione ha prodotto il blocco del credito per le piccole imprese e una richiesta ossessiva da parte della Banca di rientrare rispetto agli scoperti, condannando di fatto numerosi piccoli imprenditori alla chiusura.
Domani si approverà la ricapitalizzazione che in questi casi, per avere successo, quasi sicuramente verrà fatta a basso valore a danno dei vecchi soci e dei tanti risparmiatori che avevano creduto nelle azioni di Banca Marche.
Mentre per la vicenda del Monte dei Paschi di Siena sono stati sbagliati gli investimenti e imbrogliati i risparmiatori, in Banca Marche sembra abbiano portato avanti una gestione che al bene della Banca stessa, dei risparmiatori e del tessuto produttivo della regione, siano stati preferiti altri interessi.
Quella di domani sarà un’assemblea importantissima ove si vedrà se l’azione di responsabilità promossa dalla Fondazione Carima nei confronti del direttore, dell’esecutivo, del consiglio di amministrazione verrà approvata dalle altre Fondazioni (Jesi e Pesaro ) o queste Fondazioni si sfileranno con qualche pretesto ad esempio …”non c’è dolo”…e allora potrebbe finire tutto a “tarallucci e vino” (come lascerebbero intendere autorevoli dichiarazioni).