ATAC E FRATELLI D’ITALIA. NO AL REGOLAMENTO SUL CONTROLLO ANALOGO

“Si spacca il centro destra e non è cosa da poco la scissione che al voto ha visto Vince Civitanova (la lista del vice sindaco Troiani e dell’assessore Belletti) e i civici da una parte e tutto il resto della coalizione (i partiti) dall’altra.” A commentare quanto accaduto ieri in consiglio comunale è il capogruppo PD Giulio Silenzi che dice:” Un esito che è stato la fotografia di quanto avvenuto nelle scorse settimane, in un conflitto politico senza esclusione di colpi intorno al Regolamento per il controllo analogo sulla aziende partecipate: tradotto, le regole del controllo che il Comune per legge deve esercitare sulle società di sua proprietà. Tra queste c’è l’Atac, centro di potere controllato da Fratelli d’Italia e che muove ogni anno decine e decine di milioni di euro (pubblici), che ha gestito la seconda tranche della vendita di Gas Marca (quasi 6 milioni di euro e nessuno sa come), che non pubblica sul suo sito i verbali e gli atti con cui impegna i soldi dei civitanovesi e con cui assegna incarichi ai privati, eludendo quindi il principio di massima trasparenza e il primo passaggio del controllo che è quello esercitato dai consiglieri comunali e dai cittadini. Ebbene, da settimane si scannano nelle sedi di Palazzo perché il Cda Atac, capitanato dal presidente Massimo Belvederesi, che è pure segretario politico provinciale del partito della Meloni, vuol gestire l’Atac come un suo feudo (di potere e di voti) e non vuole essere controllato dagli uffici comunali, dall’assessore alle partecipate Belletti e da nessun altro. Ebbene, si è verificata la condizione incredibile che Belvederesi in questo braccio di ferro abbia inviato lettere ufficiali, protocollate indirizzate solo ai consiglieri di maggioranza (ma l’Atac e i suoi soldi sono di tutti, anche di chi non ha votato centro destra, e Belvederesi farebbe bene a ricordarselo altrimenti fa la parte del peracottaro istituzionale) e che da soggetto controllato ha tentato in tutti i modi di dettare le condizioni al soggetto controllore, ovvero all’amministrazione comunale. Il sindaco asseconda tutto perché prigioniero dei Fratelli per la ricandidatura. Uno spettacolo penoso che in Consiglio ho denunciato con forza se si considera che il regolamento per controllare le partecipate era passato all’unanimità, anche con il mio voto, in seconda commissione. Lì non c’erano problemi, anzi veniva valorizzato. La verità è che a questa destra fa comodo che la ‘zuccheriera’ Atac resti uno scrigno chiuso ai più. Ma, in consiglio comunale è deflagrata la spaccatura interna in cui si è anche consumata un’inedita alleanza, quella fra Belvederesi e il redivivo Ottavio Brini, tornato nel Cda Atac dal quale era stato cacciato da Belvederesi e Ciarapica ma con le elezioni alle porte e strapuntini di potere disponibili c’è gente disposta ad ingoiare tutto. E in consiglio comunale la dilatazione dei tempi per affermare le regole viene resa possibile dal presidente/maggiordomo Morresi asservito alle ragioni del Sindaco e della maggioranza quando invece la legge gli assegna il ruolo di soggetto superpartes. Fatto sta che alla richiesta di rinvio del Regolamento avanzata da Pizzicara senza nessuna motivazione Vince Civitanova (Monia Rossi) con l’aggiunta dei consiglieri Simone Garbuglia e Paolo Mercuri, che sono con un piede in casa Troiani-Belletti, hanno votato contro e il resto della maggioranza a favore. Il punto sul Regolamento analogo era stato messo all’ultimo punto all’ordine del giorno, stesso schema dello scandaloso iter che va avanti da anni sul regolamento comunale per il contrasto al gioco d’azzardo continuamente rinviato e mai ancora approvato. Risultato della richiesta di rinvio: 10 a favore, 8 contrari e 2 astenuti Marzetti e Croia, i soliti pesci in barile. Per ora niente voto sul regolamento analogo. Ha vinto FdI, hanno perso i cittadini e la trasparenza. E il centro destra – conclude Silenzi – ha mostrato a tutti il suo volto: allergico alle regole, unito solo di facciata e spaccato sulle questioni fondamentali, come il controllo sui soldi dei cittadini che invece dovrebbe mettere tutti d’accordo.”

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