ANCORA UN SABATO PER LA PALESTINA

“Ma siete ancora qui?”

Con queste parole ed un tono di sorpresa una signora ci si rivolge mentre stiamo in piedi, con dietro le spalle i furgoni degli ambulanti e davanti la gente che passa al mercato del sabato a Civitanova.

Stiamo in piedi con i cartelli in mano e le bandiere della Palestina e della pace che sventolano. Poche frasi su quei cartelli per cercare di dire la nostra e sensibilizzare chi passa.

Sì, siamo ancora qui. E’ come però se fossimo tornati a quando abbiamo iniziato nel marzo del 2024. Come allora le persone ci guardano con sorpresa, come se non capisse.

“Ma non è stata firmata la pace?”

Qualcuno si avvicina per fare una donazione a Gazzella, una ONLUS per la quale raccogliamo fondi e che opera per dare acqua, un pasto agli sfollati che non hanno niente. Qualcun altro ci alza il dito in segno di assenso. Ma i più, come un anno fa, passano e la domanda si ripete nei loro sguardi “Ma siete ancora qui?”

Ci rendiamo conto che è finito il momento in cui l’attenzione e la vicinanza al popolo palestinese coinvolgeva tanti, tantissimi ed ha portato a manifestare nelle piazze di tutta Italia e nel mondo.

Ed ora? La tregua che tanto abbiamo chiesto è arrivata. E la Pace è stata sbandierata come se fosse ormai una realtà. Nelle ultime settimane le notizie su cosa sta succedendo in Palestina ed in Medio Oriente sono archiviate nelle pagine finali dei quotidiani e i media ci rassicurano che quello che sta succedendo sono solo “schermaglie”.

Ma è proprio così?

A Gaza si muore ancora, l’esercito israeliano spara sui civili.

In Cisgiordania prosegue l’occupazione della terra da parte di coloni, senza che nessuno faccia niente.

Gli aiuti non arrivano, se non con il contagocce.

I malati, i feriti non trovano ancora un’assistenza sanitaria adeguata.

Le decine di migliaia di bambini, che non hanno più nessuno, non trovano chi li possa aiutare.

Tutti quelli che non hanno più una casa affronteranno l’inverno, che è ormai alle porte, nelle condizioni peggiori.

Abbiamo fermato il genocidio? 

Il genocidio si ferma se si danno risposte immediate a questa situazione, a questi drammatici aspetti che incombono ancora sulla vita concreta di decine di migliaia di civili palestinesi. Altrimenti il loro destino è segnato.

Allora ecco perché siamo ancora qui. 

Ma vogliamo anche dire che il genocidio si ferma se chi lo ha compiuto ne risponde di fronte alla giustizia. E questo non sembra proprio essere all’ordine del giorno.

La Pace poi, la Pace giusta non è certo quella prevista, che perpetua un futuro di esclusione, apartheid e non rispetto dei basilari diritti umani per il popolo palestinese.

Il 29 novembre l’ONU promuove la Giornata internazionale di Solidarietà con il popolo Palestinese. 

E’ un sabato. Saturdays for Palestine ci sarà, perché il genocidio e la pulizia etnica non sono finiti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *