Da Giusy Sorichetti riceviamo e pubblichiamo:
“Le vie del centro di solito dovrebbero essere il fiore all’ occhiello di un paese che vuole potenziare il turismo e vuole essere un punto di snodo dell’economia locale, invece, passeggiando per le vie parallele al Corso principale della città si percepisce un degrado ed una trascuratezza oggettiva.
La via principale del borgo marinaro, la cosiddetta via Shangai, sembra essere abbandonata e spesso gli unici ornamenti che si possono vedere sono i rifiuti.
Proseguendo verso il mercato ittico coperto in tarda serata, soprattutto nelle vicinanze delle due uscite laterali e giardini dinnanzi, si intravedono gruppi di extracomunitari che non hanno scambiato quei posti come un luogo di incontro e integrazione ma un luogo dove fare confusione, disturbando spesso anche chi passeggia in tranquillità e lasciando rifiuti sia materiali che di altro genere.
Considerando che un mercato deve avere come prima caratteristica la pulizia sarebbe opportuno porre fine a determinate situazioni o che perlomeno si facessero dei controlli mirati.
Sono anche percepibili in pieno giorno, furti (io ne sono stata partecipe come osservatrice/testimone di uno proprio qualche ora fa’) e movimenti strani.
Altra nota negativa che credo sia opportuno segnalare è la destinazione d’uso di Via Trento, prima pedonabile, poi ripristinata al traffico, non commento su quale sia per me la più idonea ma se sosto dieci minuti consecutivi nei paraggi, rilevo una tal confusione, chi non sa’ che le macchine possono passare e si ferma serenamente a guardare vetrine o colloquiare rischiando di essere investito, chi invece che non è aggiornato perchè magari frequenta la città solo nel week end e non sa’ che può percorrerla con la propria auto e quindi si trova impacciato bloccando il traffico.
Termino qui il mio tour panoramico del quartiere in cui risiedo da quando sono nata, con l’ auspicio di trovarlo al più presto in condizioni migliori, ricordando i tempi in cui era più vivibile e potevo lasciare anche le chiavi sulla serratura del mo portone!”