‘NA STORIA ‘NA CITTA’…POSTI ESAURITI AL CECCHETTI

nuova-immagine“Posti esauriti” è la prima cosa che si legge all’ingresso del teatro Cecchetti, quasi una rarità di questi tempi, a evidenziare che forse lo spettacolo “’Na Storia, ‘Na Città”, scritto da Sandro Bella e andato in scena venerdì 11 Maggio a Civitanova, avrebbe meritato il più spazioso Teatro Rossini. Un progetto, che non si vuole fermare a questo primo appuntamento, avviato sotto il sole dell’estate scorsa dal Rotary Club di Civitanova con l’intento di coniugare recupero delle tradizioni e solidarietà, i fondi raccolti andranno a sostenere la ricostruzione della facoltà di Ingegneria dell’Aquila. Le “vicende civitanovesi” come recita il sottotitolo, sono raccontate in una lingua viva e infuocata come è il nostro dialetto e collocate temporalmente in quegli anni ’60 che vedevano anche la nostra città partecipare al boom economico. Nella scena che rappresenta la storica “Candina de Italia”, quella all’angolo tra Piazza XX Settembre e Corso Garibaldi, ci dice chi la ricorda ancora, ricostruita a partire da alcune foto e grazie anche alla disponibilità degli eredi che hanno messo a disposizione i tavoli e le sedie originali, domina infatti un grande televisore, croce e delizia degli avventori, che sperano di vedere finalmente la partita di calcio e invece, a interrompere la narrazione della storia civitanovese, puntualmente assistiamo o a un revival nostalgico di spezzoni di Carosello e riconosciamo un giovane Calindri, al quale tutti ancora associano il Cinar, l’amaro del carciofo, tanto che lo si sente vociferare in sala, e invece pubblicizza un’antica versione del “China Martini”, o un giovanissimo, e questo sì quasi irriconoscibile, Piero Angela che conduce un TG dal ritmo oggi insostenibile. Scorrono anche le immagini dell’ora esatta e dell’intervallo, quello più classico con branco di pecore, e il suono insopportabile dell’assenza del segnale. Forse nell’equilibrio complessivo dello spettacolo la televisione accesa occupa uno spazio oltre misura ma i ricordi che evoca, il sapore nostalgico che sprigiona ne scusano l’abuso. Brava la regista Ena Giuggioloni, che vediamo destreggiarsi con scioltezza anche nelle vesti della cantiniera Italia, ad alternare il racconto storico, che per quanto portato con leggerezza è pur sempre scritto in rima e ricorda episodi anche lontani non sempre di facile presa, con l’inserimento di personaggi tipici della nostra città. In primis “Altabella” che entra dalla sala con in braccio la cassetta di pesce con la pezza sopra offrendo pesce “fresco”, interpretata con bella veracità da Ada Micucci, o il maceratese che va via senza pagare e si sente affibbiare un “pistacoppo” cui da voce un sorprendente Gianni Mercuri dai tempi comici infallibili. Non è da meno Luigi Ciucci, che conferma la sua bravura istrionica interpretando, seppur in un piccolo cameo, un ubriacone in alcuni momenti esilarante. Ricordiamo gli altri interpreti tutti civitanovesi: Sebastiano Cecarini, Mauro Belfiglio, Alessio Postacchini, Francesco Trovellesi, Stefano Stella, Mara Melappioni. Dai Piceni all’antica Cluana, dalla Civita Nova alla citazione di Pico della Mirandola (“Pico non vide mai nido sì bello”), dalla vetreria alla grande guerra, dal bombardamento del 27 novembre del 1943 alla tramvia che si fermava in salita, Civitanova c’è tutta. Una girandola di storie che ci appartengono, che sentiamo profondamente nostre e quando alla fine la ormai vedova del narratore Lucetto si chiede come avrebbe raccontato la Civitanova di oggi, torna sull’immagine del mare, quello che “ha sempre vent’anni” e chiude dicendo:”’Na storia ch’è basata su le varche, ch’ha fatto granne Portocitanò, o mejo ancò Civitanova Marche”. E quasi ci si commuove mentre scroscia l’applauso. Ma la chiusura della serata è incentrata sul tormentone dello spettacolo “lo pulentò co li furbi, l’abbiti e le patate” che finalmente dopo averlo sentito ripetutamente in scena si ha la possibilità appena fuori il teatro di assaggiare. E torna in mente l’affaire dell’anno scorso che vide proprio Ena Giuggioloni protagonista del servizio andato in onda su Rai2 che spiegava la ricetta del nostro piatto popolare più legato alla tradizione marinara. Peccato che allora l’immagine di Civitanova ne uscì fuori penalizzata e per questo si chiesero anche le dimissioni dell’Assessore Marzetti per non aver tutelato negli accordi con la Rai l’immagine della nostra città. Scambi di accuse che finirono in una bolla di sapone. ‘Na storia ‘Na Città vale sempre.

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