VIOLENZA SESSUALE, VIGILE ACCUSATO DI AVANCE. LE DONNE CONFERMANO ACCUSE

Nel processo in cui un tenente dei vigili urbani in servizio ad Ancona è accusato di tentate concussioni anche di tipo sessuale nei confronti di giovani straniere, oggi hanno testimoniato le presunte vittime delle pressioni, che in aula avrebbero confermato le accuse. L’udienza, tenuta davanti al tribunale collegiale di Ancona presieduto dal giudice Francesca Grassi, si è celebrata a porte chiuse. In circa tre ore di testimonianze, sono sfilate sette-otto ragazze già sentite dagli investigatori. Furono le loro dichiarazioni a far scattare l’indagine, coordinata dal pm Paolo Gubinelli, nei confronti di M. M., 58 anni, che al momento dei fatti lavorava presso il Servizio informazioni del Comando provinciale mentre mentre ora presta servizio in un altro ufficio. Il vigile, secondo l’accusa, avrebbe fatto intendere alle donne che, se fossero state accomodanti con lui, sarebbe stato più facile ottenere il certificato di residenza, necessario per il permesso di soggiorno.    Sono 17 gli episodi contestati: otto configurati come tentata concussione sessuale perché vi sarebbero stati approcci fisici (un bacio, sfioramenti); nove come tentate concussioni perché l’uomo si sarebbe limitato ad allusioni del tipo: ‘ci andiamo a prendere un caffe’…’.   L’imputato, difeso dagli avvocati Paolo Tartuferi e Savino Donvito, respinge le accuse, sostenendo di non aver concusso nessuno né di averci provato, e di non aver mai messo le mani  addosso alle sue accusatrici. Il processo proseguirà a febbraio.

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