VIOLENZA SESSUALE: LA CONDANNA ARRIVA TARDI E IL REATO VIENE PRESCRITTO

Sei anni dopo l’assoluzione in primo grado dal reato di violenza sessuale pronunciata dal gup di Pesaro, la Corte d’appello di Ancona ribalta il verdetto ma il reato si è ormai prescritto. Alla vittima, straniera, i giudici hanno riconosciuto il diritto ad essere risarcita e ad essere rimborsata di spese legali che ammontano a 1.500 euro. Il fatto risale al 28 settembre 2002. Mentre attendeva un’amica fuori dall’ambulatorio di un veterinario nel Pesarese, la donna sarebbe stata spinta dentro uno sgabuzzino dal un 61enne, che l’avrebbe palpeggiata causandole diversi ematomi. L’imputato, difeso dall’avv. Riccardo Leonardi, era stato assolto nel 2006 dall’accusa di abusi sessuali e condannato a cinque mesi di reclusione (pena sospesa) per lesioni. Aveva negato l’addebito, sostenendo che era stata la donna a fargli pesanti avances mentre gli  ematomi li avrebbe causati nel tentativo di resisterle. Lei aveva confidato subito tutto al marito ed era stata visitata da un medico il cui referto aveva innescato il procedimento.    In primo grado il gup aveva ritenuto contraddittoria la ricostruzione del fatto così come ripercorso dalla vittima, dalla sua amica e dal veterinario. L’amica aveva riferito di frasi di apprezzamento rivolte all’uomo dalla vittima poco prima
del suo ingresso dal veterinario ma aveva anche raccontato di averla trovata “sconvolta” dopo i presunti abusi sessuali. I giudici d’appello hanno confermato la condanna per lesioni e ribaltato la valutazione sugli abusi anche in considerazione degli ematomi sul corpo della donna. La Corte non ha creduto alla tesi dell’incomprensione di fondo tra i due, spiegando che, anche a voler ipotizzare un consenso iniziale della parte offesa, questo deve perdurare nel corso dell’intero rapporto. Per questo i giudici hanno concluso per la responsabilità dell’uomo anche se solo ai fini civili in quanto il reato si è prescritto e non si può procedere.

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