UN “ENTUSIAMANTE” SILENZI SCALDA LA SALA E PARLA DELLA “CIVITANOVA CHE CI PIACE”

i“Lo confesso, percepisco al mese un vitalizio di 2.203 euro, ho questa possibilità, per cui sono disposto a fare il sindaco volontario”. Gli è bastato poco a Giulio Silenzi per strappare l’applauso ieri sera all’Ente Fiera di Civitanova, quando, dopo mesi di attesa, ha finalmente parlato, a viso aperto, del programma elettorale. Sul palco, davanti ai cittadini e con i giornalisti di lato che lo incalzavano di domande, il candidato sindaco del centro sinistra si è spogliato del ruolo di segretario del partito democratico ed ha vestito i panni del candidato sindaco di Civitanova. Il “sempre eletto dal popolo” come ha sottolineato, ha risposto a tutte le domande della stampa senza scomporsi. Giulio Silenzi, con dietro i manifesti recanti la scritta “è ora di cambiare” ha cominciato col consigliare una visita all’area Cecchetti. “Andateci – ha detto – è una città fantasma”. Silenzi vuole cambiare, intende togliere gli scheletri dagli armadi, la ruggine dalla sua città. I punti focali del programma elettorale sono i giovani. “Dobbiamo ridare la speranza di una politica nuova” dice il candidato sindaco e punta dritto sulla politica ambientale “la qualità della vita dei civitanovesi è migliorata? – chiede – possiamo accettare che nel 2012 tra il corso Umberto e la statale possa sorgere un hotel di 12 piani?” Interloquisce col pubblico, incalza, va avanti così fino alla mezzanotte, le sue non sono solo chiacchiere assicura. “Chi viene con me e si mette in lista – dice – chi vuole essere eletto, non può venire, se non con l’esclusivo interesse di servire i cittadini. Non si possono più sopportare situazioni poco trasparenti, dove non si premia la capacità di fare. Non ci debbono essere interessi a chi sta vicino alla politica. Dobbiamo chiedere di più, sul piano del rigore e sul piano etico”.

L’attacco alla destra ci mette poco ad arrivare. “In questa ultima legislatura di governo della destra abbiamo visto che la spinta si è esaurita, non si guarda al futuro, le grandi opere appartengono ad alcuni studi, dentro la struttura ci sono collegamenti che si ripercuotono anche sulla politica, alcuni professionisti lavorano troppo, altri non lavorano mai. “Noi dobbiamo aprire il comune, aria fresca, a rotazione tutti devono avere la loro opportunità”. L’uomo sul palco, che in una pre-campagna elettorale è stato attaccato dalla sua stessa coalizione, punta dritto a palazzo Sforza. “Io sono libero” sottolinea più volte Silenzi, pronto ad abbattere le consulenze esterne del 90%, perché, dice “bisogna far lavorare le persone che già ci sono, in comune” e per dimostrare la realizzabilità dei progetti e la concretezza delle parole fa ricorso alla memoria. “Avete visto il ponte di Villa Potenza? E’ stato realizzato in 40 giorni, dunque è possibile raggiungere risultati straordinari se si hanno le capacità. In un momento di rigore come questo, dobbiamo eliminare ogni spreco”. Categorico, appassionato più di sempre, parla di finanziamenti per il sociale, attacca le società partecipate che “ci costano 120 milioni l’anno – dice e fa sapere – tra chi amministra le partecipate non c’è nessuno dell’opposizione”. Se sarà sindaco, Silenzi sceglierà sulla base delle competenze. A lui “interessa vincere – ammette – ma interessa di più governare”. Distribuirà il suo programma nei quartiere, vuole il patto con i cittadini di Civitanova. Parla di vincoli “o si risolvono i problemi o si va a casa” assicura.

Silenzi torna poi a parlare dei giovani. “Penso a dare un impulso a chi fa ricerca, in uno stretto rapporto con la camera di commercio e con la fondazione – dice – penso ai fondi di garanzia, in una città dove ci sono decine e decine di istituti di credito, che devono rispondere al comune, il sindaco deve fare qualcosa, perché ha il potere di interloquire con le banche, per migliorare l’accesso al credito delle imprese ad esempio”. Impegni concreti anche per gli anziani “attiviamo un servizio per gli anziani “non più soli”, un modo di entrare in azione con gli anziani che hanno bisogno di sentirsi vivi” promette e fissa le date. “Dal 7 maggio, se entro un anno non si realizzano questi progetti, mi dimetto” questo è il patto coi cittadini “il tempo delle parole è finito” pontifica. Chiede il voto Silenzi, è preciso sulle date, sabato pomeriggio e domenica mattina, 17 e 18 marzo andate a votare dice “voglio vincere queste primarie e poi guardare alla sfida del 7 maggio, voglio vincere quella sfida e creare le condizioni per la svolta profonda, per una Civitanova migliore” conclude il candidato sindaco.

Silenzi ha poi risposto alle domande dei giornalisti presenti:
La candidatura del segretario cittadino del principale partito di opposizione può essere stata ingombrante, sull’altare di una coalizione che sia la più ampia possibile, sarebbe stato il caso di fare un passo indietro proprio sulla linea di un programma condiviso?
“Stiamo vivendo una fase di parcellizzazione della politica, in Italia e a Civitanova, allora rispetto a questo si è scelto qualcosa che mette a confronto un progetto innovativo. E’ una fase difficile, dove ci vuole l’esperienza, la passione, la determinazione per cambiare le cose. Sono ingombrante mi dicono. Certo se dico alle partecipate no alle compensazioni dei partiti, tutti quelli che pensavano di avere un ritorno, me li faccio nemici, e allora divento ingombrante…”.

Abbiamo visto un filmato con Giulio Silenzi prima assessore regionale poi presidente della provincia di Macerata, insieme a personaggi di spicco del mondo politico e culturale. E’ cambiato qualcosa in lei, anche dal punto di vista umano, oggi rispetto a ieri?
“Rivedo le immagini ed i pezzi della mia storia e dico che sono quello di sempre, con la stessa passione, la stessa determinazione e voglia di fare. Sul piano umano penso di essere più paziente. Oggi mi sento diverso dai politici e vicino alla gente. Questi 2 anni mi hanno formato, ho avuto momenti difficili, li ho superati”.

Ha parlato di azzeramento delle aziende partecipate del comune, in che modo pratico questo si attuerà, inoltre, questa rivoluzione riguarderà i dirigenti del comune?
“La riforma va studiata, ma alcune società inutili vanno sciolte, le altre vanno accorpate. Ridurremmo dell’80, 90% la spesa. In comune chi dice riduciamo i dirigenti, dice una cosa demagogica, la legge permette di ruotarli. I dirigenti debbono entrare in squadra, debbono esprimere un alto livello”.

Si parla tanto di innovazione però se guardiamo Brini, Marinelli, Mobili, dall’altra parte Silenzi, Corvatta, Berdini, posto che rinnovare non significa mettere una classe politica nuova, come mai si fa fatica a creare le condizioni per un rinnovamento?
“Ho sempre valorizzato il collettivo, dobbiamo puntare sulla squadra, non esiste il nuovo senza l’esperienza. Bisogna investire sui giovani e dare loro le condizioni per crescere. Mi sono circondato di persone giovani e bisogna continuare su questa strada. C’è politico e politico, ci sono i Brini, i Mobili che fanno la loro politica e c’è Silenzi che fa un altro tipo di politica”.

L’ancora, il Pd, il Psi, forse l’Udc, mi pare una squadra arlecchino, il programma, stante questa varietà di culture come lo realizzerà?
“Ho fiducia in me stesso, l’alleanza non è difficile da realizzare, anche se ci sono personalismi che creano qualche difficoltà in più. L’Ancora ha avuto il merito di staccarsi dal centro destra. Con L’Ancora non vedo problemi, con l’Udc governiamo. C’è un ritardo nel confronto si, io all’Udc dico che siccome facciamo quest’esperienza positiva in regione e provincia, mi voglio confrontare sui temi della persona, sui servizi da dare alla famiglia, sul sostegno ai luoghi aggregativi delle parrocchie. Mi chiedo, che c’entra il casermone di 13 piani con l’Udc? Questa è la contraddizione che l’Udc dovrebbe sciogliere. Penso che dopo le primarie (mi auguro di vincere) chi vincerà si ritroverà una sintesi, per andare avanti. Oggi le polemiche sono finalizzate solo ad una competizione”.

Ha già fatto qualche promessa?
“Io di posti di potere non parlo con nessuno, né dentro, né fuori dal partito”.

Come si migliora la qualità della vita?
“Tutto in ritardo, la città non ha spazi sociali, è stata edificata per un uso molto privato”.

Cavalcavia, che ne fate visto che ci sono progetti già avvitati?
“Il cavalcavia, così come è stato già progettato, non risolve i problemi della mobilità in questa città”.

Nel centro sinistra ci sono diverse scuole di pensiero sulla Ceccotti.
“Dopo 18 anni hanno approvato questa edificazione che è esagerata per quella zona. Il tentativo è quello di rivedere questo intervento. Sulla Ceccotti va studiata una soluzione urbanistica che fa di Civitanova una città moderna”.

Su Popsophia?
“Su Popsophia dico che si possono contenere le spese, ma l’idea di Popsophia va portata avanti, valorizzando però i talenti civitanovesi”.

Sulla sicurezza?
“E’ necessario un rapporto più stretto tra le varie Istituzioni, i problemi sono i fiumi di cocaina che scorrono, le ramificazioni di tipo mafioso, da non trascurare il disagio mentale. Le scelte vanno partecipate, approfondite, bisogna prendere decisioni non emettere ordinanze ad esempio contro l’accattonaggio perché un amministratore deve trovare soluzioni che rispettino le persone”.

 

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