Sarà una nuova perizia balistica a stabilire se a uccidere Olsi Ferracaku, l’albanese rimasto ucciso l’8 maggio scorso ad un posto di blocco, fu davvero l’arma in dotazione al carabiniere sotto processo davanti al Tribunale di Ascoli. Lo ha stabilito il giudice, accogliendo una richiesta del difensore del militare. Nell’ultima udienza sono stati ascoltati i due connazionali che quella notte avevano messo a segno insieme a Ferracaku alcuni furti in abitazioni di campagna, prima di forzare un posto di blocco istituito da una pattuglia dell’Arma. I militari esplosero alcuni colpi con le armi d’ordinanza, e un proiettile raggiunse e uccise Ferracaku. Alla sbarra c’é uno dei due militari, che deve rispondere di omicidio colposo dovuto all’uso legittimo delle armi. La difesa ha espresso vari dubbi su questa ricostruzione dei fatti, e il giudice ha affidato una nuova perizia balistica a un tecnico ufficiale dell’Esercito italiano.