Gli ex dipendenti di Tvrs non intendono eccepire le risposte di Commissione Europea e Ministero allo Sviluppo Economico, anzi le trovano coerenti con gli elementi a propria disposizione e con i regolamenti vigenti alla data della loro formulazione.
Inoltre i firmatari delle interrogazioni parlamentari, Emanuele Lodolini in primis, evidenziano come la risposta del Viceministro allo Sviluppo Economico Antonio Catricalà e quella giunta dalla Commissione Europea confermino tutti i dubbi che li avevano spinti a depositarle. La parte più interessante della risposta di Catricalà sta in un passaggio che non lascia spazio ad interpretazioni. Al Viceministro, infatti, non è sfuggito che mentre a maggio 2013 la Società Beta non ha ritenuto di informare il Ministero della cessazione dell’attività di produzione (“dagli atti non risulta che la società […] abbia cessato l’attività di fornitore di servizi media audiovisivi”), in data 23 giugno (quindi a procedura di mobilità avviata e proprio nel corso delle trattative con la Regione Marche) la stessa Società ha “inoltrato una richiesta di autorizzazione” a realizzare programmi con un nuovo marchio.
In sintesi, aggiunge il Sigim, “a Regione, Provincia e rappresentanze sindacali veniva annunciata la cessazione della produzione, mentre con documento successivo si chiedeva al Ministero di poterla continuare”. Una modalità palesemente contraddittoria, oltre che irrispettosa delle istituzioni, che rende la situazione ancora più sospetta e che in parte spiegherebbe i numerosi contenziosi legali di cui si ha notizia, alcuni dei quali potrebbero addirittura avere risvolti di carattere penale.
E mentre si attende di conoscere i risultati dell’indagine avviata nel mese di maggio dalla Guardia di Finanza che ha focalizzato l’attenzione sull’operato di alcuni amministratori (“non è compito della politica verificarne la liceità”) – vale la pena ricordare il fatto che a suo tempo la Beta ha goduto di una posizione in graduatoria Corecom decisamente privilegiata rispetto ad altre emittenti, in virtù di requisiti che ora non ha più”. Questo naturalmente fino al nuovo bando del Ministero, che rimetterà tutto in discussione e che dovrebbe finalmente ripristinare una situazione di regolarità.
Quanto ai bassi ascolti dell’emittente (solo 400 mila “contatti” in un intero mese solo 400 mila “contatti” in un intero mese, cioè quelli derivanti dall’effetto inciampo andando in progressione sul telecomando), essi sono la dimostrazione che oramai priva di professionalità storiche (Tvrs è una Tv “senza giornalisti”) l’emittente non è più in grado di offrire quel servizio per il quale tanti soldi pubblici ha ricevuto e ancora riceve (due milioni e mezzo di euro solo negli ultimi quattro anni).