Un premio va agli operatori turistici che hanno organizzato l’accoglienza e a quanti hanno scelto le nostre spiagge per passare l’estate. Fra quanti degni di nota che vanno ringraziati per capacità di proiettare Civitanova fuori dall’angusto provincialismo è il Club Vela che con le sue iniziative sportive ha riempito le cronache giornalistiche il Web specializzato”. Così interviene Grazia Pierluca di Citt@verde che però poi subito aggiunge “in questo contesto non può andare un plauso all’ Amministrazione Comunale che a parte qualche manifestazione degna di nota da anni indugia a causa dell’assenza di una visione strategica del turismo specie quello che più viene apprezzato: il turismo ecosostenibile”. L’associazione ambientalista punta il dito su come la zona alla Foce del Chienti e la relativa spiaggia libera, la spiaggia fra la Foce del Caronte e dell’Asola siano completamente dimenticate e abbandonate. “Eppure -proseguono- questi luoghi se opportunamente utilizzati con grande attenzione ambientale possono essere anche fonte di occupazione e di impulso economico. La politica e i politici come le tre scimmiette non vedono, non parlano e non sentono. Viene da chiedersi il perché e quali interessi si vogliono difendere? Eppure non occorre tanta fantasia e sforzo amministrativo per avviare una operazione di importanza strategica che fra l’altro potrebbe essere fatta a costi irrisori. La nostra città non può continuare ad essere bypassata a favore di altre località Immediatamente a noi prossime e che sul turismo puntano da anni fino a cambiare il volto delle stesse località. Civitanova Marche se vuole adottare un cambio di passo su questo versante non può continuare non solo ad ignorare le potenzialità turistiche ma anche a presentarsi ai turisti e ai civitanovesi con una spiaggia che finisce con una SBARRA e l’altra con una montagna di ghiaia inquinata e finire con un MURO. Civitanova non può continuare, specie per la spiaggia Nord con lo sbocco a Mare del Fosso Maranello che sembra l’ingresso di un antro infernale e che è potenzialmente pericoloso. Non è la città “de li Furbi con lo Pulentò” ma rischia concretamente di rimane ancorata a quello stereotipo trasmesso dalla Tv se non progetta il suo futuro turistico. Se l’amministrazione comunale avesse dedicato la metà del tempo che ha profuso nell’elaborazione di varianti al PRG per le maxi lottizzazioni, al Cavalcavia, alle trivellazioni petrolifere davanti alla nostra costa, allo sviluppo e alle infrastrutture turistiche oggi non saremmo chiamati a resoconti che sanno di retorica e di liturgia politica.