TRA CIVITANOVA E PORTO SANT’ELPIDIO, SULLE STRADE DEL SESSO

prostitute

Una volta, almeno così nelle Marche, era la Salaria la strada delle lucciole. Ora a contendere il primato, in quanto a traffico della prostituzione è la statale adriatica 16, tra Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio. Si comincia dal ponte che collega i due centri rivieraschi e dalla zona Fratte, dove c’è il Cityper, il cinema Multiplex, da poco anche un distributore libero di carburante, fino quasi al centro della località elpidiense, lungo la strada già dalle ore 21 è tutto un viavai di signorine con gambe e spesso anche molto di più in bella mostra. A percorrere la statale, tra Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio non si può non rimanere colpiti dal traffico in tilt a causa di queste giovani e meno giovani svestite che già dalle prime luci della sera passeggiano sul marciapiede. Gambe nude su tacchi vertiginosi e qualche centimetro di gonna a coprire di poco le vergogne, cellulare quasi sempre in mano e sigaretta. Ci sono ragazzine, donne mature, uomini vestiti da donna. Un po’ di tutto lungo queste strade. E’ proprio qui che incontriamo Luana (nome di fantasia ndr), capelli lunghi e scuri, occhi da gatta. E’ un pò diffidente ma poi accetta di salire in macchina con noi. Conoscere una sua amica ci apre la strada a confidenze. Luana è una bellissima ragazza. E’ difficile capire perchè abbia scelto di fare “la vita”. Poi ci racconta la sua storia,  fatta di botte, di lacrime, di solitudine, di fame. Davanti ad un thè caldo si sfoga. “La cosa più triste -ci dice- è quando durante il giorno camminando in strada mi capita di incontrare chi  la notte mi ha cercato, desiderato, è stato con me,  e che invece quando il buio lascia il posto alla luce, abbassa lo sguardo o peggio ancora mi guarda con disprezzo. E non pensate che siano persone disadattate quelle che vengono con noi. Tra i miei fedelissimi non mancano certo indistriali e politici. E chissà, forse un giorno potrei anche decidere di “divertirmi”.  Ringraziamo Luana, la salutiamo e proseguiamo con il nostro articolo. Durante le festività per la Bandiera Blu dei giorni scorsi, nelle ore serali le signorine si mischiavano ai turisti, riconoscibilissime per il look succinto e l’aria guardinga. cosa avranno pensato le famiglie provenienti da altre regioni d’Italia. Non che sia fatto tutto marchigiano, no. I dati sulla prostituzione in Italia li prendiamo dall’ultima indagine della Commissione per gli Affari Sociali della Camera. Si parla di 70 mila prostitute, 25 mila immigrate, 2 mila minorenni e 2 mila donne ridotte in schiavitù. Più della metà, il 65% lavora in strada. Nelle Marche sarebbero più di 3 mila le donne che guadagnano vendendo il proprio corpo. Sono per lo più albanesi, bosniache, kosovare, ucraine. Incassano dalle 30 alle 40 euro per non più di 15-20 minuti a prestazione che concedono ai loro clienti per prostituirsi in macchina, sulla strada, 80-100 euro quando vendono l’amore in appartamento. Diverso è il caso per le meretrici part-time che nelle Marche sono 500. Hanno tra i 18 ed i 35 anni e sono casalinghe, universitarie, spesso mogli che per permettersi qualche lusso in più ricercano i clienti inserendo gli annunci sui giornali locali o su internet. Ancora diverso poi è il fenomeno delle escort e dei loro siti. Si tratta di una vera e propria holding da milioni di euro all’anno, che produce una nuova forma di sfruttamento e per le forze dell’ordine è praticamente inattaccabile. Da Camillo Benso conte di Cavour ai muri del pudore di Mussolini fino al quesito referendario della Santanchè, che voleva abolire alcuni punti della legge Merlin, sono passati più di 150 anni, eppure sembra che nulla sia cambiato. A nulla sono valse le ordinanze del sindaco Mario Andrenacci, le telecamere nascoste dietro all’ipermercato, la buona volontà dei Carabinieri con le gazzelle sempre in funzione di notte. Il giro di prostituzione non si smantella. A guardar bene, accanto a queste ragazze, schiave del sesso le chiamano, si scorgono quasi sempre uomini al cellulare, che le controllano. Si chiama lenocinio ed è lo sfruttamento della prostituzione. Ci sono degli esperti oramai lungo le strade. Le ordinanze restrittive ed i decreti legge continuano ad essere contestati, sia dall’Associazione di prostitute che dal Movimento femminista. Si è creato un sistema caotico, a volte condiscendente, dove le misure applicate e le contromisure adottate non fanno altro che incentivare l’illegalità. Non è difficile passando in macchina imbattersi in qualche signorina mentre si riveste, lungo la strada, così come niente fosse, in quello che oramai è diventato un quartiere a luci rosse.

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