Colossale cantonata del Movimento 5 Stelle e di Amedeo Regini che stamattina hanno convocato una conferenza stampa in grande stile, presenti pure una televisione locale di Recanati, per denunciare il rischio di infiltrazioni mafiose dietro la realizzazione del forno crematorio. La loro teoria si fondava però su un gigantesco abbaglio: una errata visura catastale sull’azienda interessata al progetto. Sono inciampati su un caso di omonimia e così, visto il tema, nulla di vero, ma solo…fumus. Un errore da dilettanti allo sbaraglio, che li ha fatti sprofondare presto in un incubo a cinque stelle. Ansiosi infatti di diffondere il presunto scoop, hanno messo in moto la macchina di facebook e del loro blog e così la parola mafia è rimbalzata per ore in internet accostata ad una impresa che invece non ha ombra alcuna sul suo curriculum e che ai grillini ha inviato una smentita di due pagine con l’annuncio di una querela per diffamazione e la richiesta di rettifica, che Bottiglieri e i suoi sodali sono stati costretti a pubblicare sul loro blog accompagnata da un contrito mea culpa. Chissà quanto deve essere costato ai pentastellati cospargersi il capino di cenere e ammettere la topica. Il coup de theatre mette a nudo la superficialità con cui certi personaggi affrontano questioni di rilevanza cittadina. In questa immensa figuraccia i grillini e Regini hanno infatti trascinato anche il comitato No Crem con il promotore Alberto Mobili al fianco di grillini e Regini nel diffondere l’enorme bufala. Per tutti, una figuraccia stellare.
TOPICHE STELLARI

LA MACCHINA DEL FANGO
E’ impressionante la facilità e la leggerezza, mista a boria, con le quali il Movimento 5 Stelle riesce sempre a gettare fango con una ossessiva dietrologia su chiunque venga identificato come un avversario. Una acredine che però acceca e che talvolta porta anche loro, paladini e cavalieri del Bene e della Verità, a cadere in errori grossolani e gravi per chi si candida a voler essere rappresentante del popolo. La vicenda legata al forno crematorio è l’esempio lampante di un modus operandi per cui l’obiettivo non è la salvaguardia del bene pubblico, l’appoggio di una protesta civica o i dubbi e i pungoli, leciti, di chi vuol fare bene l’opposizione. I grillini gettano fango su chiunque a qualsiasi altezza, peccato che questa volta sono dovuti tornare sui propri passi e fare un “mea culpa” per la cantonata presa. L’azienda Altair infatti non ha alcuna collusione con associazioni criminali e mafiose non è partecipata di nessuna società legata a gruppi di dubbia moralità. Un errore grottesco e madornale scambiare due aziende ben diverse che in comune hanno solo il nome. E proprio loro che sono sempre così solleciti a chiedere documenti, atti, pratiche, delibere, a interrogare e proporre mozioni tanto da intasare le attività degli uffici e del consiglio comunale, ora sono vittime di loro stessi. Mi aspetto, come avvenuto per la notizia, altrettanto clamore nella rettifica alle loro assurdità, auspicandomi che i grillini affrontino il giusto contrappasso per le proprie azioni e che la vergogna possa per qualche secondo, assieme ad un sano imbarazzo, far abbassare il capo ai “senzaerrore”.
Chi di spada ferisce di spada perisce