TARIFFE DIFFERENZIATE DELLE MENSE, UN’EQUITA’ CHE AD ALCUNI NON PIACE

Guardando quanto sta accadendo in questi giorni a Civitanova a proposito dei costi della mensa scolastica non si può non pensare che la vita, le situazioni, sono una questione di prospettiva. È infatti facile vestire i panni dei “difensori” delle persone in difficoltà quando la preoccupazione si limita ad un commento su Facebook o su qualche Social. Il problema è se per “difendere” quelle persone in difficoltà si è chiamati in prima persona a fare qualcosa.
Così accade che alcuni genitori raccolgono firme per mettere su una petizione, altri organizzano un sorta di sciopero portando via dalle aule i figli all’ora di pranzo e riportandoli il pomeriggio. Tutto perché al Comune arrivi chiaro il messaggio che c’è chi è parecchio scontento della nuova tariffazione introdotta quest’anno e che aggancia il prezzo del buono pasto a quanto le famiglie guadagnano è che fa sì che chi ha redditi più alti più paghi e di conseguenza chi vive situazioni di disagio economico paghi meno, oppure non paghi nulla se il reddito Isee annuo è inferiore ai 7 mila euro. Lo scaglionamento infatti prevede cinque tariffe, da quella base di 2.50 euro fino a 4.95 euro che è invece il costo pieno che si deve accollare per esempio chi ha un Isee familiare annuo superiore ai 45 mila euro. Fino allo scorso anno le tariffe erano solo due e uguali per tutti, ricchi o poveri che fossero: 2.50 euro alle materne e 2.75 euro alle scuole elementari. Gli scaglioni hanno scontentato una parte della popolazione, evidentemente quella più abbiente, che si sta organizzando per portare la protesta sul tavolo del sindaco. Tommaso Corvatta però non cambia passo: “nessuna marcia indietro. Quello che abbiamo introdotto, ovvero applicare le tariffe della mensa scolastica in maniera progressiva, sulla base del reddito Isee delle famiglie, è un principio di giustizia e di equità sociale. Chi più ha più paga e chi ha meno paga meno. Stiamo parlando di pochi euro al giorno.”

Una risposta

  1. Fabrizio Verdicchio ha detto:

    Sono felice di vedere che finalmente si rapporta la capacità di spesa alle possibilità economiche. Peccato che, chi come me porta il bimbo alla materna di Civitanova perché vive la sua vita a Civitanova ma DORME (di più non ci faccio) e quindi risiede a Montecosaro, non ha diritto ad essere valutato per le proprie disponibilità ma viene inserito come pagante ricco.
    In questo caso il principio di giustizia e di equità sociale dove sarebbe?

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