TARDIVE E IPOCRITE LE SCUSE DI TROIANI. SILENZI INTERVIENE DOPO L’INTERVISTA RILASCIATA DAL VICE SINDACO IN CUI CHIEDE SCUSA PERÒ… CONTINUA A PRENDERE IN GIRO I CIVITANOVESI

Dalle pagine di Cronache Maceratesi il vice sindaco di Civitanova Fausto Troiani, recatosi in redazione accompagnato dal suo avvocato, si difende dopo la bufera scatenata da alcuni suoi post definiti razzisti e sessisti la cui eco ha varcato i confini regionali approdando sulle testate giornalistiche nazionali e in TV. (https://www.cronachemaceratesi.it/2018/11/22/troiani-a-cm-per-fare-mea-culpa-ho-sottovalutato-leffetto-facebook-non-sono-ne-razzista-ne-sessista/1179248/).
Una difesa che ha immediatamente suscitato la reazione di Giulio Silenzi, consigliere comunale e capogruppo del Pd che scrive:
“Scuse tardive da Troiani, accompagnate da tanti distinguo che tradiscono una ipocrita presa di distanza dalla cultura sessista, razzista e antisemita che trasuda dai suoi post. Maldestre e perfino ridicole le scuse offerte tramite media, con tanto di legale al suo fianco: ‘non so usare bene Facebook, pensavo che il mio profilo fosse riservato agli amici’, era per fare ironia, per aprire una discussione’, ’sono parole che tutti pensano, quelle frasi non le ho scritte io, sono mesi che circolano sui social, mi sono limitato a riportarle’.
Non sono frasi mie, dice. E di chi sarebbero? Dove le ha prese? Non ce lo dice Troiani. E’ un po’ Pilato e un po’ furbo il vice sindaco, che in questa sua singolare teoria eleva l’insulto razzista e sessista a pratica legittima perché pescato dagli anfratti di Facebook. Un po’ come imitare i maiali che si crogiolano nel fango e poi dolersi se ci si sporca. La toppa è peggio del buco, ma Troiani appare finalmente per ciò che veramente è: inconsapevole e inadeguato al ruolo che ricopre e da cui un sindaco autorevole e autonomo (che non è Ciarapica) lo avrebbe subito dimesso, e anche pronto a rinnegare la sua storia per mantenere la poltrona. Infatti non spiega perché ha mentito dicendo che non era mai stato a Predappio (poi sbugiardato da fotografie) e perché rinnega il fascismo che in un post Facebook del 27 maggio 2014 evoca come lavacro di tutti i mali della politica (post allegato). La sua è una difesa affannata e affannosa che mette a nudo la debolezza di un vice sindaco sotto schiaffo e timoroso delle conseguenze perché nei suoi confronti la Asur ha aperto un procedimento disciplinare mentre la Digos sta indagando su eventuali profili di reato contenuti nei post. E allora il pentimento, basato sulla teoria che tutto è accaduto a sua insaputa. Ci fa sapere di ‘essere stato troppo ingenuo: ‘non credevo che quelle frasi potessero essere lette da tutti su Facebook. Pensavo fosse una pagina dedicato agli amici, (ma l’ha usato tante altre volte per discussioni aperte dimostrando quindi di essere bugiardo) ora ho cambiato’. In sostanza ci dice che esiste un Troiani privato, quello dei ributtanti post, e un Troiani pubblico, che si scusa. Quanto alle volgarità ripetutamente dedicate ad alcune donne su Facebook, dice che erano ‘frasi postate tempo fa e tra l’altro non ricoprivo cariche istituzionali’. E allora? Questo le legittima o rende meno gravi? Ci ricasca Troiani, non capisce il valore delle regole basilari della civile convivenza, oltre che dei codici deontologici e penali. Oppure lo avverte, ma solo pro domo sua. Infatti gira per redazioni con l’avvocato Gian Luigi Boschi, paradossalmente lo stesso legale ingaggiato con delibera di giunta 420/2017 con cui sindaco e vice sindaco lo incaricano di inviare diffide o querele nei confronti di soggetti responsabili di condotte diffamatorie nei confronti della giunta e dannose all’immagine dell’Ente.
Perché lor signori si offendono se vengono insultati, e con i soldi del Comune denunciano. Da oggi in poi, se chiamati in causa, si potrà evocare la difesa di Troiani e dire che li si dileggia per fare ironia, perché era già tutto su Facebook, perché si è stati ingenui, perché non si ricopriva un ruolo istituzionale.”

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