STUPRO DI GRUPPO. I TRE RAGAZZI: “NON ABBIAMO USATO VIOLENZA”

Dopo due ore di interrogatorio i tre ragazzini di Città di Castello, accusati di aver stuprato una quindicenne di Fano durante la Notte Bianca del 25 giugno hanno detto al giudice per le indagini preliminari di non aver usato violenza sull’adolescente. Affiancati dai legali e accompagnati dai genitori, uno dopo l’altro hanno ripercorso i momenti vissuti nello chalet della spiaggia dell’Arzilla. Momenti secondo l’accusa, culminati con uno stupro collettivo. Negano però gli indagati. Dicono che si, hanno avuto rapporti sessuali con la ragazzina ma non l’hanno trascinata, né costretta, né tantomeno stuprata. Le difese hanno depositato le memorie difensive accompagnate dalle testimonianze degli amici e degli insegnanti dei tre ragazzi. Sono ragazzi normali, studenti, senza alcun profilo di aggressività. Anche su queste basi le difese hanno chiesto la revoca della custodia in carcere. Per l’11 luglio è fissata l’udienza del tribunale del riesame di Ancona. Sembrerebbe che i tre ragazzi avessero conosciuto la quindicenne quella sera stessa, attraverso amici comuni. I tre quindi, si sarebbero appartati con lei a turno. Uno dei tre giovani, assistito dagli avvocati Giancarlo Viti e Vittorio Betti, si sarebbe allontanato dal gruppetto prima degli altri due e si sarebbe detto dispiaciuto per la ragazza, aggiungendo però di essere convinto di non aver fatto nulla di illecito. Gli altri due ragazzi, assistiti dagli avvocati Flavio Grassini e Valerio Collesi, rimasti con la quindicenne, prima di andarsene l’avrebbero salutata senza che la ragazza manifestasse alcun disagio. Si tratta solo della versione degli arrestati, rintracciati in poche ore dai carabinieri, denunciati a piede libero poi arrestati con il pericolo di reiterazione del reato. Secondo la ragazzina invece, i tre avrebbero abusato di lei per circa mezz’ora in spiaggia, minacciandola poi di non rivelare nulla dell’accaduto. Il legale della famiglia della quindicenne, Enrico Cipriani, aveva parlato di una “violenza sessuale gravissima” nel primo referto medico d’altronde erano stati riscontrati segni della costrizione a cui la giovane sarebbe stata sottoposta. Lesioni ad una spalla e alle ginocchia.

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