STUPRO DI GRUPPO A FANO, ARRESTATI I TRE MINORENNI

Sono stati arrestati stamani alle 7 dai carabinieri di Fano i tre minorenni di Città di Castello in provincia di Perugia che sabato scorso, durante la notte bianca di Fano, hanno violentato una ragazzina di 15 anni del Fanese. La procura dei minori di Ancona, a cinque giorni dalla denuncia, e dopo aver esaminato gli atti, ha chiesto e ottenuto i provvedimenti restrittivi dal gip per il pericolo di reiterazione del reato. I tre giovani, tutti diciassettenni, studenti, figli di famiglie perbene, sono stati portati in tre carceri diversi: a Napoli, Bari e Firenze. Secondo la denuncia della giovane, i tre ragazzi avrebbero abusato di lei per circa mezz’ora sulla massicciata della ferrovia, in un angolo di spiaggia buia, minacciandola poi di non rivelare nulla di quanto accaduto. Gli avvocati dei tre minorenni avevano respinto le accuse affermando che l’incontro sessuale c’era stato ma con il pieno consenso della ragazza. La vittima invece ha sempre negato questa versione, peraltro confutata anche dalle ecchimosi riscontrate su varie parti del corpo. “Un fatto che ha creato grande apprensione nella nostra comunità, e che stamani, dopo gli arresti dei tre ragazzi, ci rende tutti più che mai angosciati”: esprime così, al telefono con l’ANSA, il proprio stato d’animo “di amministratore e di genitore”, il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, commentando l’arresto dei tre minorenni della sua città. “Conosco i ragazzi  e conosco le loro famiglie – ci tiene a ribadire il sindaco di Città di Castello – e sottolineo che sono tutte famiglie veramente perbene. E questo aumenta ancora di più il nostro sconcerto di fronte a questa vicenda, rispetto ai cui sviluppi giudiziari non possiamo che ribadire la massima fiducia nell’operato della magistratura”.  “E’ una ordinanza che pesantemente risente della componente emotiva”: così l’avvocato Giancarlo Viti, difensore di uno dei minorenni arrestati con l’accusa di avere violentato la minorenne commenta il provvedimento di oggi. Per il legale “solo così può giustificarsi l’aver accreditato sul piano indiziario le dichiarazioni della persona offesa pur in presenza di manifeste incongruenze logiche e contraddizioni risultanti dal testo dello stesso provvedimento, nel quale si riportano due distinte ricostruzioni dalla stessa persona offesa offerte a distanza di ore, tra loro significativamente diverse e di assoluta incompatibilità”. “Ciò allorquando, peraltro – sostiene ancora l’avvocato Viti -, altri soggetti presenti, hanno fornito informazioni del tutto diverse ed indicative della assoluta estraneità del minore da me assistito. Informazioni delle quali non si rinviene però traccia in motivazione della ordinanza ed allora  rimane da verificare se il gip ha omesso di prenderle in considerazione e ciò sarebbe grave, ovvero il pm ha omesso di trasmetterle ed allora sarebbe ancor più grave. Amareggia poi il dover constatare che a fronte di un minore non solo incensurato ma fin qui di specchiato comportamento ed appartenente a famiglia di abitudini e costumi irreprensibili, il gip abbia disposto la misura della custodia in carcere di assoluta straordinarietà soprattutto nel rito minorile, quando la unica e peraltro insussistente esigenza individuata nel pericolo di reiterazione del reato, poteva e doveva essere presidiata con altra misura molto meno afflittiva quale ad esempio quella degli arresti domiciliari. Oggi stesso – ha concluso l’avvocato Viti – predisporrò la richiesta di riesame”.

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