“IN 24 PRIMI”, L’OPERAZIONE CHE HA PORTATO ALL’ARRESTO DI UN CLANDESTINO PER OMICIDIO

carabinieri1Di Emanuele Trementozzi
L’hanno chiamata operazione “in 24 minuti”  per inquadrare il tempo in cui è avvenuto l’arresto del responsabile dell’omicidio di Ardjan Shehag, l’albanese ucciso in un bar a Porto Recanati con quattro colpi di pistola – di cui uno alla spalla e uno alla nuca risultati mortali-, al culmine di una lite con altri due connazionali.  L’omicida, Uka Armando, clandestino di 25 anni senza fissa dimora e con precedenti per droga,  si è subito  dato alla fuga ma intorno alle 20 di ieri è stato rintracciato dalla compagnia di Porto Recanati e condotto in caserma, dove è avvenuto l’interrogatorio.  Le accuse sono gravissime: omicidio volontario e detenzione abusiva di arma da fuoco. Un omicidio il cui movente sarebbe da collegare all’ambiente dello spaccio degli stupefacenti o dei furti per la spartizione della refurtiva. La vittima avrebbe compiuto 40 anni alla fine di questo mese. Domiciliato a Recanati, dove aveva l’obbligo della firma in caserma per un reato compiuto due anni fa a Roma, un tentato omicidio per aver ferito con 16 coltellate il proprio datore di lavoro, era sposato e padre di due bambini. La terza persona presente alla lite, che avrebbe provato a mettersi in mezzo, è stato ferito non gravemente ad una mano da uno dei quattro colpi partiti dalla pistola dell’omicida.

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