SILENZI “CON CAPPONI IN PROVINCIA, VERBALI, ORDINI DEL GIORNO E DELIBERE ERANO TOP SECRET”

silenzi“Nel corso della prima seduta del Consiglio Regionale – scrive Giulio Silenzi, consigliere provinciale del Pd – , il consigliere Ermino Marinelli ha testualmente dichiarato “Spero che la minoranza abbia la possibilità di accedere agli atti” e poi ha aggiunto “con un’azione di controllo, ossia quello che i cittadini mi hanno delegato a fare”. A seguire è poi intervenuto il capogruppo Pdl Francesco Massi che ha testualmente ichiarato “lavoreremo sul controllo, quindi non ve la dovete prendere a male se controlleremo appalti, forniture, conti, incarichi, consulenze”.
Mentre in Regione si fanno tali giuste richieste, in Provincia a Macerata, dove Marinelli era anche capogruppo, le stesse rivendicazioni non sono state minimamente prese in considerazione, anzi, l’amministrazione Capponi, ha fatto di tutto per impedire ai consiglieri di svolgere agevolmente il proprio ruolo. Nel corso degli ultimi 5 mesi, prima che arrivasse il Commissario, non sono, ad esempio, stati resi disponibili i verbali delle sedute del Consiglio; è stato rifatto il sito della Provincia ed è stata eliminata per alcuni mesi la ricerca automatica delle delibere -presente da sempre- rendendo così altamente difficoltoso se non addirittura impossibile trovare e visionare con velocità una delibera; Capponi, su apposita richiesta, si è rifiutato di mettere in rete date e ordini del giorno delle sedute di Giunta impedendo così ai consiglieri di sapere, in tempi certi, quando la giunta si sarebbe riunita e quali argomenti avrebbe discusso. Per avere dei documenti, per i quali sarebbe stata sufficiente una semplice fotocopia, si sono dovute aspettare settimane e per avere copia di convenzioni firmate è stato necessario, dopo oltre un mese di inutile attesa dalla richiesta, minacciare di ricorrere al Tar per poterle avere. Tutto ciò che dico è ampiamente documentato, per non parlare poi del fatto che la dotazione per 12 consiglieri era di un unico computer datato 1999 come unica era la cassetta della posta, alla faccia della privacy.
Le questioni sollevate fin dall’inizio dell’insediamento del Consiglio, e ripetute nel tempo, trovavano sempre condivisione verbale ma non producevano alcuna soluzione ma al contrario hanno visto una maggioranza per un intero anno proseguire a lavorare nel tentativo di rendere sempre più difficile l’attività di controllo. Una situazione questa che evidenzia come il centro destra in Regione dai banchi della minoranza avanzi delle giuste e legittime richieste, mentre laddove era maggioranza -come in Provincia a Macerata- le abbia sistematicamente disattese e abbia mostrato fastidio e insofferenza. E Marinelli, in Consiglio provinciale, questo stato di cose, lo ha assecondato. Della serie “si predica bene e si razzola male”.

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