Soltanto poche settimane fa il Sindaco Mobili e il consigliere regionale Marinelli parlavano delle difficoltà del reparto di oncologia paventandone addirittura la chiusura. Oggi la realtà è che invece il lavoro che si sta facendo va in tutt’altra direzione. A confermarlo in una conferenza stampa, il
segretario del Pd di Civitanova Giulio Silenzi, che già in passato si era occupato della vicenda. Silenzi ha avuto parole di stima nei confronti del direttore dell’Area Vasta Bordoni e del dottor Luciano Latini, “eccellente professionista di una straordinaria umanità” che, in davvero poco tempo, alle chiacchiere allarmistiche hanno risposto e stanno rispondendo con fatti concreti. Sono infatti state trovate risorse da privati (si parla di 20 mila euro), che serviranno ad acquistare nuovo arredo e ad ampliare e rendere più accoglienti i locali destinati ai pazienti e ai loro familiari. Due medici sono già operativi e il dottor Luciano Latini, ha elaborato un progetto di per l’umanizzazione della cura che pensa non solo alla malattia ma anche ad aiutare la persona che vive un momento di difficoltà. Nel giro di pochi mesi, si potranno effettuare decine di day-hospital al giorno. “In questo modo – proseguito Silenzi- , i pazienti oncologici di Civitanova, potranno essere curati nel nostro ospedale senza doversi spostare a Macerata o in altre strutture. Inoltre si sta lavorando per dare assistenza anche alle famiglie con uno “sportello oncologico” e con un servizio di supporto psicologico fondamentali nel percorso terapeutico che coinvolge sì il malato, ma anche i suoi familiari. Progetti aggiuntivi che aiutano a superare le difficoltà psicologiche e relazionali e che permettono di vivere meglio la malattia. Si stanno inoltre elaborando altri progetti specifici che sono già attivi a Macerata e che saranno realizzati anche a Civitanova. Con l’Area Vasta, per quanto riguarda il servizio di oncologia, si è avviato un percorso che sta già dando importanti risultati che vanno incontro ai bisogni dei pazienti e sta diventando un esempio virtuoso di come dobbiamo concepire la sanità, mettendo cioè l’ammalato al centro di un sistema che qualifica le prestazioni di cura.”