“Ho letto con interesse e condivido l’intervento di Bendin in merito allo Sferisterio. Condivido cioè le responsabilità della politica, ma soprattutto condivido l’urgenza di collocare il dibattito in sede regionale. Perché l’ Arena Sferisterio è in primis un’ eccellenza regionale sia come Teatro sia come centro di produzione lirica. Nelle Marche ci sono 2 eccellenze produttive della lirica: il ROF Rossini Opera Festival che ha una suo percorso specifico che persegue con successo e lo Sferisterio Opera Festival. Non comprendo l’abiura del termine già caratterizzante “Arena”: il luogo, il Teatro, non è secondario e quando ci renderemo finalmente conto che ciò che emerge realmente del nostro sistema cultura sono proprio i Teatri, intesi come luogo di rappresentazione (siamo l’unica Regione a possedere un così numeroso e specifico patrimonio nell’ ambito dei Beni Culturali) avremo fatto sicuramente un passo avanti, sia in termini culturali che di promozione turistica. C’è un teatro di tradizione a Jesi, che agisce principalmente d’inverno e dove si produce lirica di buon livello, con il quale si può collaborare per sviluppare la vendita delle produzioni in tutto il circuito nazionale. Non condivido la produzione lirica da parte di Ancona, non ci sono spazi, non ci sono risorse, (Ancona ha un’ eccellenza nel Teatro di Prosa anche invece di valorizzare continua scientemente a mettere a repentaglio); lo Sferisterio, per dare lustro alla programmazione delle Muse di Ancona, potrebbe, come già in passato è avvenuto, attivare con esso delle forme di coproduzione. Risulta chiaro quindi il ruolo prioritario dello sferisterio nell’ambito della produzione lirica regionale. Una direzione artistica con un segno preciso, quale quella di Pizzi, è importante se indirizzata da un cda capace di effettuare scelte gestionali mirate ad un alto livello ed imporre linee di politica culturale quale quella della valorizzazione delle eccellenze regionali artistiche, creative e tecniche. Oppure, e a mio avviso è la strada migliore, occorre individuare un direttore generale che, sempre rispettando le linee di indirizzo del cda, sappia segnare gli orizzonti artistici (individuando le personalità registiche), organizzativi e di marketing dello Sferisterio. C’è poi il discorso della FORM…ma questa è un’altra storia…o forse no!!”