Rischio distributori a secco, prezzi di frutta e verdura alle stelle, pesce introvabile, scaffali e banchi dei mercati semivuoti e pesanti ripercussioni sul trasporto pubblico. Lo sciopero dei tir minaccia anche i beni di consumo, benzina e generi alimentari in testa, aggravando il disagio arrecato ai cittadini. Carburante in esaurimento ovunque con lunghe file ai distributori. L’assalto ai distributori con lunghe code ha portato alla chiusura di numerosi impianti che espongono il cartello ‘carburante esaurito’ a Napoli, come in Basilicata, Liguria, Toscana e Calabria. Non cambia lo scenario a Roma e nel Lazio, dove il carburante è in esaurimento, come ammette la Confcommercio. Pompe di benzina sono rimaste a secco in Ciociaria. Mentre domani in Puglia rischia di saltare un processo di mafia per le difficoltà nel trasporto di quattro detenuti da Taranto a Bari. Il mancato arrivo dei tir provoca, a catena, pesanti ripercussioni sul trasporto pubblico e sui servizi comunali in diverse città. Il sindaco di Casoria, comune del Napoletano, ha addirittura invitato i cittadini a tenere in casa i rifiuti “almeno fino a giovedì”, per l’impossibilità di ritirare la spazzatura da parte dei camion della nettezza urbana. Da giovedì autobus e scuolabus di Catanzaro si fermeranno per mancanza di carburante. Stessa decisione è stata presa anche per gli scuolabus di Cassino, nel Frusinate. Raggiungono cifre stellari i prezzi di frutta e verdura. Nei mercati rionali di Roma, anche in quelli più popolari, le zucchine hanno toccato i 6,50 euro al chilo, i pomodori Pachino addirittura 7,50. “Spero che lo sciopero finisca – ammette un commerciante -, perché dopo queste due cassette di pomodori non ne ho più”. A Firenze si è registrato un -70% nelle consegne di pesce e frutta. Il prolungato sciopero degli autotrasportatori, dice la Confederazione Italiana Agricoltori “sta rischiando davvero di portare l’agricoltura al collasso, senza contare le conseguenze sui consumatori che oggi pagano il doppio del prezzo per comprare un chilo di zucchine”. Situazione di forte disagio e preoccupazione anche per il mercato ittico, in seguito allo sciopero dei pescatori.