“Se non si realizza immediatamente la riforma sanitaria, assicurando i territori sulla rimodulazione dei servizi a garanzia della loro sicurezza, la strada dell’aggravamento dei costi determinerebbe l’ipotesi di un commissariamento inaccettabile”. Lo ha detto il presidente delle Marche Gian Mario Spacca, incontrando la direzione regionale del Pd. “La Regione – ha ribadito – è determinata ad agire: nell’ultimo periodo si è già perso troppo tempo per rincorrere esigenze localistiche o rendite di posizione che sacrificano gli interessi generali. La maggioranza in Consiglio regionale, che ha condiviso questa strategia scritta anche nel bilancio 2013-2015 approvato dall’Assemblea, non avrà sicuramente ripensamenti. Anche dai parlamentari – ha sottolineato il governatore – ci si aspetta una maggior confronto che porti ad una condivisione di responsabilità che si riferisca ai problemi complessivi della regione e non alle esigenze di breve periodo”. “Nonostante il loro profilo di regione virtuosa – ha ricordato Spacca – le Marche presentano alcuni dati di sistema che preoccupano perché sono sintomi di inefficienza e inappropriatezza. Il primo è il numero degli ospedali: sul territorio regionale ce ne sono 33, tanti quanti erano previsti nel precedente Piano sanitario del ’98. Questo – ha aggiunto – pone le Marche nelle ultimissime posizioni tra le Regioni italiane, che viceversa in questi anni hanno proceduto ad una decisa azione di riorganizzazione e riduzione del numero delle strutture ospedaliere”. Il secondo dato preoccupante citato dal governatore è la dimensione media degli ospedali marchigiani. “Le Marche occupano una poco lusinghiera penultima posizione, davanti solo alla Calabria, con 166 unità contro una media nazionale di 315. Tutte le regioni virtuose sono al di sopra di questa media”. Poi è drasticamente cambiato il quadro finanziario di riferimento. “Nel 2013 è necessario recuperare 188 milioni di euro di tagli ai trasferimenti da parte del Governo nazionale, cifra che nel prossimo biennio sale complessivamente a quota 500 milioni. Ma anche se questi tagli non fossero stati attuati, sarebbe stato comunque necessario riformare il sistema sanitario, soprattutto in termini di appropriatezza. Si sono esauriti tutti i margini a disposizione che, sino ad oggi, hanno garantito alla sanità regionale fondi crescenti negli anni, anche grazie al trasferimento sulla sanità di risorse regionali destinate ad altri settori. Il governo regionale lo ha fatto perché era convinto, e continua ad esserlo, che la salute è il diritto fondamentale di ogni cittadino”. Spacca esorta ad “agire coerentemente. E’ necessario arrivare rapidissimamente a realizzare quanto previsto dal Piano sociosanitario approvato dal Consiglio regionale. Un Piano che prevede tre livelli di assistenza: l’alta specializzazione, il network territoriale per le acuzie, le strutture sociosanitarie. La realizzazione della case della salute, con la collaborazione dei medici di famiglia e di strutture sanitarie specializzate, consentirà di migliorare il livello di sicurezza delle comunità e dei territori”. In questo senso, ha osservato, “bisogna sicuramente, come viene richiesto, innalzare il livello di comunicazione e saper interpretare alcune richieste di maggiore equità”.