SANITA’: PRESIDIO PERMANENTE COMUNE CINGOLI PER OSPEDALE. SINDACO, RIMARREMO DAVANTI A REGIONE FINO AL 27 APRILE

Il Comune e i cittadini di Cingoli hanno cominciato stamane un presidio permanente davanti alla Regione Marche per scongiurare la riconversione del loro ospedale, “l’unico veramente montano delle Marche perché si trova in un Comune a 630 metri sopra il livello del mare” secondo il sindaco Filippo Saltamartini, che invoca l’art. 44 della Costituzione: “La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”. , che potrebbe anche essere esteso alle ore notturne. “Abbiamo oltre 6.000 volontari per coprire i turni” annuncia Saltamartini. Il presidio dovrebbe andare avanti fino al 27 aprile, quando è in programma una manifestazione ad Ancona con i Comuni di Poggio San Vicino e Apiro.Attualmente il nosocomio, interamente ricostruito dopo il terremoto del 1997 e inaugurato nel 2009, ha un punto di primo soccorso, una Potes, 20 posti letto di medicina, 20 per la lungo degenza e una Tac. Secondo il progetto di riforma della Regione, dovrebbe avere 40 posti letto per lungodegenti, con la chiusura del pronto soccorso sostituito da un’ambulanza medicalizzata.  Un assetto che, secondo Saltamartini, finirebbe per costare di più rispetto a quello attuale. I manifestanti hanno appeso cartelli e striscioni alle ringhiere della sede della Regione, che ne ha chiesto la rimozione perché non sono stati autorizzati. “Io non tolgo niente – dice battagliero il sindaco -. La Regione si rivolga pure ad un giudice”. Si pensa anche ad una mostra fotografica che documenti le condizioni di Cingoli in inverno (“in condizioni normali abbiamo 60-70 centimetri di neve”). Mentre appendeva uno striscione Saltamartini ha avuto la solidarietà del “collega” di Sassofeltrio, che lo ha invitato a fare una battaglia comune. “Io però sono contrario ai campanili – spiega -, penso che la Regione debba garantire un’assistenza elementare di base su tutto il territorio, razionalizzando le strutture di alta specialità ed eccellenza”. E poi “sono contrario ai doppioni e alla proliferazione di grandi ospedali a distanza di 10-20 km l’uno dall’altro”. Altro tasto dolente, la Tac dell’ospedale cingolano, “inutilizzata da ottobre, mentre ci sono file di mesi al Cup o presso strutture private”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *