RITROVATO A RIMINI LO SMARTPHONE DI ULTIMA GENERAZIONE RUBATO AD UNA RAGAZZA DEL MACERATESE

4Le avevano rubato uno smartphone nello scorso mese di Marzo scorso a Porto Recanati, da un’auto lasciata in sosta nei pressi di una notte discoteca. Era accaduto ad una ragazza del maceratese che aveva acquistato da qualche giorno quel cellulare di ultima generazione. Non lo aveva portato con se in discoteca ma lo aveva lasciato nel vano portaoggetti della sua auto che, però, era stata scassinata e ripulita del telefono.
Aveva presentato denuncia alla stazione carabinieri di Porto recanati che, immediatamente, aveva avviato le indagini di rito. Ai militari dell’Arma di Viale Europa era noto che quel tipo di cellulare installa software che mette in grado di “trovare” l’apparecchio oppure, da altri tablet o pc sincronizzati, può ricevere su una “nuvola di dati” contenente file immagine e video scattati. Ma quella ragazza, alle precise domande degli investigatori dell’Arma di Porto Recanati, ammetteva di non aver fatto in tempo ad attivare quegli “stratagemmi” in quanto aveva comprato il telefono da pochissimo tempo e non ne aveva scoperto tutte le peculiarità.
Non restava, agli zelanti sottufficiali dei Carabinieri, che avviare le indagini su quel telefono, per arrivare a scoprire quale sim card sarebbe stata inserita.
Dopo settimane di silenzio, finalmente il cellulare cominciava a squillare. La sim era intestata ad una donna di rimini, di origine dell’est europeo. L’autorità giudiziaria della Procura maceratese, sulla scorta delle puntuali indagini dell’Arma, disponeva una perquisizione al domicilio della donna che, naturalmente, consentiva di ritrovare quel telefonino.
Una piacevole sorpresa, dunque, per la giovane proprietaria che ormai non ci credeva più che lo smartphone sarebbe stato ritrovato e, alla buona notizia, ringraziava sinceramente i carabinieri porto recanatesi.

Non è la prima volta che le investigazioni dell’Arma della Compagnia di Civitanova portano al rintraccio di preziosi dispositivi, anche tramite le nuove tecnologie installate sugli smartphone, che – in supporto a quelle tradizionali – vengono subito esplorate dai militari dell’Arma. Come era accaduto alla pattuglia del radiomobile che, poco più di un mese fa, aveva rinvenuto un telefono similare attraverso il tracciamento che il particolare software inviava sul tablet sincronizzato. Oltre al telefono, in quel caso, erano stati rintracciati i due autori, di origine magrebina, ed era stata rinvenuta una 24 ore, nel loro rifugio dell’area ceccotti, contenente preziosi documenti che erano stati rubati col telefono al malcapitato professionista.

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