RISCHIO ‘BOMBE’ ACQUA PER ALTRE CITTA’. PER LEGAMBIENTE, PERICOLI DA SUOLO IMPERMEABILE

genova-alluvioneNon solo Genova, dove la tragedia dell’alluvione è sotto gli occhi di tutti. E dove “all’intensità delle precipitazioni” si sono sommati “errori edilizi e scelte sbagliate di politiche ambientali”. Il rischio alluvioni e inondazioni riguarda anche altre città italiane. Specie quelle in cui si è costruito di più, cementificando e impermeabilizzando il suolo urbano. Ad accendere i riflettori sul pericolo causato dai fiumi ‘tombati’, all’indomani delle inondazioni, ci ha pensato Mario Tozzi, geologo del Cnr e presidente del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, secondo cui nel nostro Paese ci sono “alcune città particolarmente esposte” a questo rischio. Che siano piogge eccezionali o straripamenti di fiumi, ha spiegato Tozzi, “in caso di piogge estreme altre città possono diventare delle bombe. L’idrofobia urbana è un effetto dell’eccessiva antropizzazione – ha messo in evidenza Legambiente nel rapporto ‘Ambiente Italia 2011’ – l’acqua non viene assorbita a causa dell’impermeabilizzazione del suolo”. Inoltre, secondo il dossier dell’associazione “ogni anno vengono consumati oltre 500 chilometri quadrati di territorio”. Per avere un’idea di cosa significa è come se “ogni quattro mesi spuntasse in Italia una città delle stesse dimensioni di Milano”. Ricette immediate, ha però avvertito Tozzi, “non ce ne sono”, anche se da subito si possono mettere “in pratica i piani di evacuazione”, messi a punto da alcuni comuni, e subito dopo pensare “alla rinaturalizzazione del territorio” dicendo “‘no’ ai Piani casa e ai condoni”. Ed infine si può puntare su “piccole opere di ingegneria naturalistica là dove è veramente necessario”.

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