RENATO PASQUALETTI, “NOSTRA NEMICA INFORMAZIONE”

E’ stata una tragedia l’attacco terrorista ISIS a Parigi! Ognuno di noi ha appreso la notizia con grande dolore e con angoscia. E siamo rimasti incollati davanti alla televisioni e alle radio e abbiamo letto avidamente i giornali cercando di sapere e di capire.
Una riflessione mi ha colpito particolarmente e mi sembra centrale nell’analisi di questo e di altri attentati: “I terroristi potranno combattere la loro tragica e intollerabile guerra da esiti incerti, ma l’hanno già vinta se saranno capaci di farci vivere nella paura”. Questo è il loro obiettivo principale: far vivere i loro nemici nel terrore.

Ascoltata questa importante analisi, ho continuato a seguire la televisione e ho visto immagini terrificanti con giovani appesi ai muri o in fuga; ho visto gente insanguinata e piangente; ho ascoltato alcuni giornalisti che consigliavano alle persone sensibili di non guardare le immagini aumentando il senso di paura; ho seguito interviste di gente semplice terrorizzata che aveva vissuto la tragica notte di Parigi; ho sentito cittadini che dichiaravano il loro logico terrore e dire che non avrebbero condotto più una vita normale; ho seguito trasmissioni in cui i cronisti aiutati da politologi, psicologi, sociologi e un sacco di altro ciarpame televisivo che continuavano a pubblicizzare e ingigantire l’insicurezza, la paura, l’angoscia.

Alla fine delle trasmissioni o della lettura, malgrado la mia capacità critica, la mia paura era aumentata. E, purtroppo, ho dovuto prendere atto che l’informazione è la vera alleata del terrorismo per ottenere la sua vittoria: farci vivere nella paura! Anzi, il terrorismo può vincere questa battaglia solo se sono aiutato dall’informazione! E’ un’affermazione forte, ma, ahimè, credo sia vera.
Se dagli schermi e dalla carta stampata venissero analisi serie su chi sono i terroristi, cosa cercano di ottenere, quali sono gli strumenti che possono adottare nella loro folle e crudele guerra e come si possono e si debbono combattere evitando parole e immagini crudeli e angoscianti che propagandano solo la paura e che non sono assolutamente utili alle persone, ma solo all’audience il terrorismo sarebbe più debole e la collettività e i singoli cittadini sarebbero più forti.

Mi si può obiettare che c’è il diritto e il dovere dell’informazione? Ma non diciamo stupidaggini!
Per questo tragico evento di Parigi, come per qualsiasi notizia da tempo l’informazione ricerca il sensazionalismo, aumenta a dismisura gli elementi conflittuali, ingigantisce i problemi, ospita personaggi orribili e spesso mente, sapendo di mentire pur di avere un ascoltatore o una copia in più!
E lo fa con assoluto cinismo sapendo che ad ascoltarli ci sono persone fragili e a alla loro mercè come la gente semplice e, fatto orribile, i bambini.

Ormai nutro la tragica convinzione che i media con l’attività che svolgono non sono un effetto, ma una causa molto pesante e inquietante della crisi civile e culturale di questo brutto momento della storia nazionale!

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