QUANDO LE MENZOGNE DIVENTANO VERITA’ SUL WEB E SUI GIORNALI

image49Flop o successo? Torna un tormentone: quello sul Futura festival. Stavolta però i conti non si fanno sulle presenze, su quanti hanno assistito a questo o a quello spettacolo, ma puntiamo la lente sui costi. Anche questi nell’occhio del ciclone ben prima dell’effettiva conoscenza del bilancio consuntivo del festival che è stato ultimato e reso noto in questi giorni. Un vero e proprio valzer delle cifre che è rimpallato di bocca in bocca, di post in post, fino a rendere una verità menzogna. I soliti detrattori (i vedovi di Ercoli, gli ex Sindaci e più in generale gli ex di Berlusconi spalleggiati dal…”resto di forani”) rimasti davvero male nel constatare di aver perso la partita con il lotto: ovvero con quelle cifre (dalle 350 alle 500 mila euro) campate per aria, ma per la vulgata popolare prese come verità assoluta ripetuta sulla rete e sulla carta stampata. Ebbene alla fine si scopre che i costi del festival sono stati assolutamente rispettosi del bilancio di previsione che si attestava sui 200mila euro circa. Ma non basta, perchè, visto che di bilancio trattatasi alle voci di uscita vanno sottratte quelle di entrate provenienti da sponsorizzazioni pubbliche e private. E alla fine il costo vivo per il Comune ammonta a 50mila euro per 89 eventi. Per una domenica rendiamo un po’ meno letterario questo spazio e dedichiamoci alla matematica. 50mila euro per 89 eventi, significa una media di 561 euro ad evento. Ma non solo, paragoniamolo ad altre manifestazioni avvenute in città: una serata di boxe è costata 60mila euro. Quindi visto che la durata complessiva è stata di circa 3 ore, parliamo di 20mila euro bruciati in un’ora. Chissà se i famosi detrattori hanno mai guardato la questione da questo punto di vista. Altro esempio: 70mila euro sono stati utilizzati dalla precedente amministrazione per abbellire il centro storico, per il decoro urbano. Con 70mila euro sono stati installati dei lampioni blu in Corso Dalmazia. Non fanno luce, sulla sommità svetta una sempiterna primavera di fiori finti. L’apoteosi dell’estetica, non c’è che dire. Un altro intervento di cui probabilmente non avremmo sentito la mancanza. Però ci si attacca con una campagna mistificatoria ad un festival che, può piacere o non piacere, ha prodotto una ricaduta sul territorio in termini di reddito e in termini di vivacità culturale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *