Il voto delle primarie del Pd ristabilisce la verità data dal consenso dei propri elettori che si sono pronunciati domenica 30 dicembre in pieno clima festivo. Vincono due giovani voluti dai “bersaniani” della provincia che dopo la mancata richiesta di deroga da parte dell’ assesseore Giannini, hanno scelto la strada del rinnovamento. Ha vinto Irene Manzi che come unica donna bersaniana ha raccolto consensi da tutte le località. Come da regolamento infatti, si potevano esprimere due preferenze una maschile e una femminile. Straordinario poi il risultato di Andrea Marinelli primo degli uomini e secondo per poche centinaia di voti rispetto alla Manzi. La prova più deludente quella di Morgoni che essendo l’unico candidato dai “renziani” e disponendo della metà dei voti avrebbe teoricamente dovuto ottenere un risultato molto diverso dal quarto posto raggiunto. Insomma verrebbe spontaneo pensare che Morgoni che voleva rottamare l’apparato è stato invece rottamato dagli elettori con la giovanissima Scoccianti gli è passata avanti. Un insuccesso reso ancora più amaro se si pensa alle dichiarazioni della portavoce del comitato Renzi e dei sostenitori che volevano rottamare tutti e tutto. Altro sconfitto l’on. Cavallaro che senza mezze parole, ha accusato del fallimento il consigliere regionale Comi che dopo aver fatto perdere Tolentino ha voluto candidare il segretario provinciale Broccolo (anche in questo caso pessimo il risultato) dividendo “l’area dem” decretando un “suicidio politico” che ha penalizzato Cavallaro stesso che a questo punto rompe definitivamente con Comi. Furono loro ( Comi e Cavallaro ndr) a volere Broccolo alla segreteria provinciale. Dunque, con le primarie, un terremoto in casa Pd dove l’asse autenticamente bersaniano esce rafforzato in attesa delle votazioni e del successivo congresso provinciale.
