Sta riscuotendo un notevole successo di pubblico e grandi apprezzamenti la mostra “Presepi d’arte” curata dalla Fondazione Mori e allestita presso lo Spazio Multimediale San Francesco a Civitanova Alta con alcuni tra i pezzi più pregiati presenti al Museo Storico del Trotto, in trasferta per l’occasione dal 22 dicembre al 6 gennaio.
È emozionante vedere nei video proiettati l’immagine del Capitano Mori, grande appassionato di cavalli e arte, passioni tramandate ai figli che oggi mantengono viva la sua memoria e ne proseguono le passioni seguendo sia l’Ippodromo che il Museo.
Abbiamo incontrato Alessandra Mori, Presidente della Fondazione, a cui chiediamo di raccontarci di suo padre.
Quello che rimane di lui, oltre ai ricordi nostri e dei molti amici sparsi nel mondo, e’ raccolto nel Museo Storico del Trotto. Il cavallo gli si è ‘attaccato’ addosso negli anni ’60 e da allora gli ha dedicato tutte le sue energie: studi sulle genealogie, spedizioni in America per imparare le tecniche d’allenamento più all’avanguardia e poi la Svezia, fra i primi a convincere allenatori svedesi a venire in Italia con la loro scuola innovativa di rispetto per l’animale.
E voi figli?
Noi eravamo immancabilmente coinvolti, come quando spedì due di noi appena adolescenti, da soli per 40 giorni in una farm sperduta in Canada, armati solo di una bicicletta e qualche spicciolo, per accudire e poi importare in Italia con un viaggio incredibile via Parigi in aereo e poi in strada da Parigi all’Asola, 20 fattrici americane. Pazzie, come ne ha fatte a migliaia nella vita, sempre impegnato a seguire un sogno nuovo.
Pazzie che gli hanno portato fortuna.
Si ha avuto fortuna, ha allevato campioni che rimangono nella storia dell’ippica, ha creato il suo piccolo mondo privato nelle colline marchigiane dove arrivavano personaggi di ogni genere, amici di ogni parte del mondo che in qualche modo si innamoravano anche loro del nostro paesaggio.
Come nasce invece la passione per l’Arte?
La passione per l’arte, per la poesia, per la storia la deve tutta a Luciano Moretti. Negli anni ’30 il Maestro Moretti ha avuto il merito di avvicinare alla Cultura, nella sua accezione più ampia, un gruppetto di ragazzini. Con papà c’era anche Dino Baiocco e Arnoldo Ciarrocchi, già riconosciuto a Roma per il suo valore artistico. I Presepi presenti sono un omaggio a Dino Baiocco che è stato per papà amico di una vita e se ne sono andati quasi insieme l’anno scorso, e a Gianluigi Giovanola, amico più tardo ma inevitabile, il pittore degli ippogrammi. Erano destinati a incrociare le loro strade. Gianluigi sta molto male, purtroppo, da qualche tempo. Ma sono certa che sarà contento di questa mostra e saprà sorridere con la sua solita simpatica leggerezza.
Una mostra di grande bellezza accolta in uno spazio suggestivo, un omaggio a degli artisti e un’occasione per condividere una piccola storia privata con la città. Apertura fino al 6 gennaio dalle ore 17 alle 20, ingresso libero.